Carrie – Lo sguardo di Satana di Brian De Palma

UN VIAGGIO OSCURO DENTRO I TUMULTI DI UN’ADOLESCENTE NEL PRIMO ROMANZO DI STEPHEN KING ADATTATO PER IL CINEMA

carrielo_sguardo_di_satana_locandinaIn occasione della prossima uscita nelle sale de La Torre Nera, film basato sull’omonima opera magna di Stephen King, analizziamo il primo romanzo dell’autore adattato per il cinema: Carrie – Lo sguardo di Satana. Carrie White (Sissy Spacek), timida liceale all’ultimo anno di scuola, è tormentata da una madre paranoica (Piper Laurie) e maltrattata dai compagni bulli e spacconi. Sotto quello sguardo spaurito, la ragazza nasconde dei poteri telecinetici che raggiungeranno il culmine quando al ballo della scuola verrà derisa nel modo più crudele possibile. La reazione di Carrie sarà devastante: seminerà il panico in città, causando morte e distruzione.

Il tema del bullismo prima dell’avvento della serie tv Tredici – 13 Reasons Why: con il suo romanzo Carrie – successivamente portato sullo schermo da un magistrale Brian De Palma – Stephen King dipinge una società giovanile appena uscita dalla guerra del Vietnam; allo sbaraglio, spaccona e crudele: “Quasi nessuno scopre mai che le sue azioni feriscono davvero gli altri. La gente non migliora, diventa solo più furba. Quando diventi più furbo, non smetti di strappare le ali alle mosche, cerchi solo di trovare dei motivi migliori per farlo.” In questo affresco malefico, Carrie si sente prigioniera di un mondo – quello dell’adolescenza – che non riesce a pieno a comprendere, colpa del bigottismo della madre. Così quando la ragazza ha per la prima volta le mestruazioni, durante la doccia nello spogliatoio femminile della scuola, viene colta dal panico, non capendo da dove provenga quel flusso di sangue.

Mettete quindi un’adolescente traumatizzata e spaventata e una madre bigotta e religiosa che le impone delle dure e insensate leggi a cui deve sottostare: i tumulti di Carrie e la sua psicologia complessa ad un certo punto esplodono. Margaret White è una donna il cui fanatismo religioso non conosce limiti; il primo mestruo di Carrie viene considerato un peccato, spingendola ancora di più sull’orlo del baratro. Stephen King quindi trasforma la sfortunata protagonista da vittima a carnefice: i poteri telecinetici di Carrie White sono un pretesto per affrontare la tematica del bullismo e del fanatismo religioso. Lontani dall’epoca delle cassette e dei social network di 13 Reasons Why, di fronte a quelle schermaglie ricevute dai compagni di classe, l’emarginata Carrie si vendica dei torti subiti reagisce scatenando una furia che provoca più di 400 morti (tra cui sua madre) e 18 feriti, radendo l’intera città al suolo.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.