La fusione di arte contemporanea e cinema, a Venezia

LA MOSTRA TREASURES FROM THE WRECK OF THE UNBELIEVABLE, IL PRIMO PROGETTO DI ARTE CONTEMPORANEA PUBBLICIZZATO COME UN FILM NELLE SALE CINEMATOGRAFICHE

Damien Hirst veneziaLa cosa che più mi appassiona di questo progetto è la nostra relazione con il passato. È impossibile conoscerlo veramente, quello che ci rimane è una manciata di frammenti di oggetti e storie. I Tesori ritrovati hanno a che fare con il mito, con ciò in cui crediamo. In un certo senso la mia fede nell’arte è come una religione.

A pronunciare queste parole è stato l’eclettico artista Damien Hirst per spiegare la mostra di cui è autore e che sarà esposta fino al 3 dicembre 2017 a Venezia presso Palazzo Grassi – Punta della Dogana.

Perché parlarne in una rubrica che si occupa della stretta relazione e interscambio fra arte e cinema? Perché per la mostra Treasures from the Wreck of the Unbelievable, a cura di Elena Geuna, un’istituzione museale per la prima volta ha deciso di puntare sull’appoggio di una concessionaria specializzata in pubblicità per il cinema, in questo caso Movie Media, per la promozione del progetto. Questo vuol dire puntare tutto sulle tecniche e i linguaggi di comunicazione tipici della settima arte, come la presenza di un narratore, l’utilizzo di una colonna sonora, il montaggio di una successione di scene in cui si sviluppa un’azione,…

Fino al 3 dicembre 2017 gli oltre 250 schermi di proprietà del circuito Movie Media proietteranno una sequenza di due video della mostra, un teaser e una clip, in cui una voce fuoricampo introduce una delle immagini subacquee con una musica di sottofondo: si vedono una scultura, un branco di piccoli pesci, un sommozzatore, fino al rinvenimento, dai fondali marini, di opere anche imponenti.

Insomma, in occasione della mostra veneziana di Damien Hirst (inaugurata ad aprile e aperta fino a dicembre), è successo qualcosa di unico e geniale, ossia una totale fusione di arte contemporanea e cinema da un punto di vista finora mai visto, quello pubblicitario: attraverso i video proiettati tra i trailer nelle sale cinematografiche, è come se la mostra  fosse davvero un film, quello che come dice Hirst, ci racconta di un passato di cui rimangono solo frammenti, come quelli rinvenuti sui fondali marini.

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