The Private Life of a Modern Woman: recensione

UN’INTENSA SIENNA MILLER IN THE PRIVATE LIFE OF A MODERN WOMAN DI JAMES TOBACK

the private life of a modern woman 1GENERE: drammatico

DURATA: 71 minuti

USCITA AL CINEMA: n/d

VOTO: 2/5

È stato presentato nella sezione del Cinema nel Giardino al Festival di Venezia, The Private Life of a Modern Woman, il nuovo film scritto e diretto dal regista James Toback con protagonista Sienna Miller.

Vera Lockman è un’attrice di successo, che vive da sola in un loft a New York, vicino alla Grand Central Station. Ogni notte la donna è preda del medesimo incubo in cui ha una colluttazione con il suo ex fidanzato (Nick Mathews), uno spacciatore, che non vuole uscire dalla sua vita.

Per mettersi in salvo, Vera gli spara, chiama la polizia per poi mutare idea, asserendo che si è trattato di un falso allarme.

Fin dai primi fotogrammi il dramma si presenta come una mescolanza fra incubo e realtà, accompagnato dalla potente e suggestiva colonna sonora, fra cui spicca la Settima Sinfonia di Shostakovich, che accompagna il risveglio di Vera.

“Non sempre è facile capire dove la realtà inizia e finisce” e “Questo non è un sogno e non ti sveglierai mai, perché sei già sveglia”, scrive quest’ultima in una sorta di sceneggiatura sotto forma di diario, nella quale pare confessare il crimine commesso.

Poiché nulla è chiaro ed esente da dubbio, compreso ciò che la donna prova e che pare averla persino spinta a ponderare l’idea del suicidio, come confessa in una chiacchierata a un amico cinefilo, interpretato dallo stesso James Toback, che ha i toni di una seduta psichiatrica.

Il film prosegue con un ritmo spezzato e a tratti allucinato, dove osserviamo inermi le mosse di Vera, che pare iniziare a legittimare le sue stesse azioni, benché impossibilitata a sfuggire dalle conseguenze quando un detective della NYPD (Alec Baldwin) si metterà sulle sue tracce.

Per quanto la durata di The Private Life of a Modern Woman sia breve e le interpretazioni degli attori discrete, la visione pare infinitamente lunga e ciò che lo spettatore desidera è soltanto svegliarsi a sua volta dall’incubo.

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