Good Time: recensione

ROBERT PATTINSON È UN CRIMINALE IN FUGA NELL’ALLUCINANTE THRILLER GOOD TIME DEI FRATELLI SAFDIE

Good-Time_manifestoGENERE: thriller, crime, drammatico
DURATA: 101 minuti
USCITA AL CINEMA: 26 Ottobre
VOTO: 3,5/5

Dopo essere stato presentato in concorso alla 70esima edizione del Festival di Cannes lo scorso Maggio, Good Time, il nuovo film di Josh e Benny Safdie (Heaven Knows What) con protagonista Robert Pattinson, arriva finalmente nei cinema italiani distribuito da Movie Inspired.

La storia è di per sé piuttosto semplice: Costantine “Connie” Nikas (Robert Pattinson) è un criminale dei bassi fondi che, insieme al fratello Nick (Benny Safdie), affetto da deficit mentale, decide di rapinare una banca nel Queens.

Ma il furto non va a buon fine: i due vengono rintracciati quasi immediatamente dalla polizia e mentre il protagonista riesce a scappare, suo fratello viene arrestato e condotto in carcere.

Conscio che Nick non sarebbe mai in grado di sopravvivere in un ambiente del genere, Connie cerca di mettere insieme i soldi per pagare la sua cauzione, chiedendo aiuto alla sua amante, Corey, interpretata dall’attrice Jennifer Jason Leigh, che sembra plagiata dal fascino del rapinatore.

Quando anche questo tentativo si rivela fallimentare, l’uomo decide di rapire il fratello dall’ospedale, dove quest’ultimo è stato condotto in seguito a una rissa scoppiata in prigione. Ciò finirà con l’innescare una catena di eventi che non faranno altro che farlo precipitare ancora di più in una spirale senza via d’uscita.

Nonostante si creda in tutto migliore degli altri, infatti, Connie non sa mai cosa sta facendo e le sue azioni lo dimostrano quasi quanto la sua ingenua convinzione di essere davvero riuscita a farla franca.

Molte situazioni in cui l’inetto rapinatore viene a trovarsi sono talmente assurde da suscitare l’ilarità degli spettatori fino all’inevitabile conclusione.

Le scene di Good Time si succedono con un ritmo serrato, sostenute dalla potente e ipnotica colonna sonora curata da Oneohtrix Point Never, che è stata premiata al Festival di Cannes.

Buone anche le performance degli interpreti, a partire da quella di Robert Pattinson, che ormai non è insolito a drastici cambi di look – in Civiltà Perduta di James Gray sfoggiava una folta barba – e che per impersonare Connie a un certo punto ha tinto i capelli di un improbabile colore giallo paglia.

Un aspetto studiato dallo stesso attore insieme ai registi anche per poter rendere possibili le numerose scene girate in esterni per le strade di New York senza essere importunato da fotografi e da curiosi.

Good Time è un film che non si sofferma granché sul lato psicologico dei suoi personaggi o sulla trama, lasciando che il pubblico segua le vicissitudini del suo protagonista in un’inevitabile corsa contro il tempo, che se ci si lascia trasportare può risultare davvero piacevole.

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