Beautiful Boy: inizia l’Oscar Season

BEAUTIFUL BOY, TIMOTHEE CHALAMET BRILLA IN UNA STORIA DI TOSSICODIPENDENZA E AMORE PATERNO

timothee chalametDopo Chiamami col tuo nome, il giovane attore Timothée Chalamet si prenota per una nuova notte degli Oscar. L’ultimo film che lo vede protagonista, Beautiful boy, è uno di quei rari casi di film che scelgono la strada dell’autenticità piuttosto che quella della lacrima facile. Presentato di recente al Toronto International Film Festival, dove è stato accolto da una standing ovation, la pellicola comincia a fare il giro di proiezioni anche a Los Angeles, e si può dire che la corsa alle nomination sia già iniziata.

Il film presenta un riquadro di tossicodipendenza da due punti di vista differenti, quello del tossico, il quale nonostante gli sforzi non riesce a fare a meno delle sensazioni forti che solo un effetto chimico è in grado di dargli e quello del padre, che cerca in ogni modo di aiutarlo e salvarlo dal baratro. Beautiful boy, prodotto dalla Plan B di Brad Pitt, è basato su due libri, due memorie, quella di David Sheff, interpretato da Steve Carell, e quella di Nic Sheff (Chalamet). Il regista belga Felix Van Groeningen, alla sua prima esperienza americana, racconta il percorso nell’amalgamare le due storie: “Mi è stato presentato in quel modo dai produttori, la storia di un padre che cerca in tutti i modi di salvare il figlio fino al punto di dover lasciar andare per poter salvare sé stesso e il punto di vista del figlio, che vive la dipendenza dall’interno”.

Ad aiutarlo nella trasposizione il co-scrittore Luke Davies, già sceneggiatore di Lion, il quale aveva esordito con un altro film sulla tossicodipendenza dal titolo Candy, basato sulla propria dipendenza dall’eroina. “In realtà non volevo accettare. Il mio agente mi aveva mandato i due libri in visione ed invitato ad incontrarmi con la produzione Plan B. Era un periodo che non stavo lavorando, ma non volevo essere etichettato come quello dei film sulla droga. Successe però una cosa strana, prima dell’incontro morì Philip Seymour Hoffman e mio padre mi mandò un e-mail in cui ricordava quando, dopo la presentazione di Candy, andammo a cena con Hoffman e il gruppo di Capote, presente allo stesso festival. La sera prima mio padre mi manda questa e-mail e conclude dicendo – a volte penso che la nostra famiglia sia davvero benedetta. E ho capito. Mio padre ha passato quello che ha passato David Sheff. Era il suo modo di dirmi che si riteneva fortunato che le cose non fossero andate diversamente. Non avevo mai affrontato il tema padre-figlio e questo doveva essere il cuore del film”.

La forza di Beautiful boy sta proprio nel rapporto tra il genitore e il figlio, più che la dipendenza che sicuramente è stata portata in scena in modo migliore da altri film, e nelle interpretazioni sentite di Steve Carell e Chalamet. Quest’ultimo in particolare conferma il talento immenso che aveva già dimostrato nel film di Guadagnino. Racconta Carell: “Quando Timothée è uscito dall’audizione ci siamo tutti guardati in faccia e abbiamo detto – iniziamo a girare subito!” Interviene il regista: “Di solito preferisco incontrare gli attori per un caffè prima di un’audizione vera e propria. Quando è arrivato Timothée ha cominciato a tirare fuori blocchi di appunti, opinioni, aveva studiato il personaggio in ogni minimo dettaglio. Era ossessionato”.

Bravo e modesto, Chalamet minimizza: “Sinceramente non credevo che avrei ottenuto la parte e arrivi ad un punto in cui ti chiedi – vuoi veramente questo ruolo o vuoi poter vivere senza rimpianti quando non lo ottieni. All’incontro volevo semplicemente dimostrare quanto ci tenessi e quanto importante fosse questa storia per me”.

 

About Michael Traversa 111 Articoli
"O fai di tutto per vivere, o fai di tutto per morire."