Quando il gotico diventa dark-drama

                Le gesta del pipistrello, uomo e antieroe quotidiano

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Vigilante silenzioso. Alla fine di tutto la maschera da pipistrello si riduce a questo. Gotham City è nel panico e ha disperatamente bisogno di un eroe per non precipitare negli inferi della delinquenza. Ma quell’eroe non è Batman, quell’eroe è una faccia pulita che ripulisca la città in maniera legale e tenace. Non importa che per estirpare il male, anche il volto più onesto abbia comunque bisogno del proprio Cavaliere Oscuro.

Christopher Nolan, vedesi Memento e The Prestige, è regista di qualità visiva raffinata. Il suo The Dark Knight aggredisce subito l’universo fumettistico targato DC Comics, ponendolo su un piano di evidente contrasto. Focalizzando realtà-irrealtà, mostruosità e perbenismo, follia e redenzione, ci catapulta in una città che ha tutti i canoni delle metropoli americane, fino a scovare il marcio che si cela dietro le facciate limpide e brillanti dei grattacieli. Sopra, il vigilante osserva. Dentro uno di essi esplode il caos, uomini armati e vestiti da clown rapinano una banca della mafia. Comincia così l’esplosione di violenza scaturita dal Joker, un essere sfregiato e truccato senza identità, folle e lucido allo stesso tempo che semina veleno in città, al fine di regnarci: l’obiettivo è uccidere l’eroe in nero ed il suo contraltare, quel procuratore Harvey Dent interpretato da Aaron Eckhart, che è cavaliere della legge e poi diventerà spietato vendicatore (“Due facce”). Lo scontro sarà epico e drammatico. Già, nulla a che vedere col gotico geniale di Tim Burton o con la colorata operazione per famiglie di Joel Schumacher, il film di Nolan è un dramma esistenziale a tutto tondo, se non un capolavoro, ci si avvicina. Perché il ritmo serrato e la colonna sonora riletta in chiave moderna sono l’apice di una sceneggiatura ad orologeria, la mente criminale di Joker si oppone alla moralità del manipolo di protagonisti che lo fronteggiano, a tal punto che perderanno le cose più care. Menzione particolare merita Heath Ledger il quale, specie nella versione originale, abbaglia con il suo talento e la sua performance oltre le righe e permette a Il Cavaliere Oscuro di fare il salto di qualità, di brillare di luce propria. Ledger imprimendo in un solo sguardo tutto il sudiciume rivoltante della società che tentiamo di nascondere, ha incarnato l’essenza della malvagità come solo pochi altri attori sono riusciti a fare nella storia del cinema e per questo è ancor più triste sapere che non regalerà tali altre performance. Christian Bale, dal canto suo, rende pari l’interpretazione nelle vesti del tormentato Bruce Wayne, diviso tra una vita sociale sempre più ridotta e un lato oscuro che si fa strada nella sua psiche, come il film puntualizza ad un certo punto: Batman può sopportare il male del mondo, perché ne incarna l’animo dark appunto. Le ambientazioni, da Gotham ad Hong Kong, sono estremamente suggestive (gli stratagemmi visivi, per quanto evidenti, sono in sintonia con la narrazione) e la storia, scritta dallo stesso Nolan con il fratello Jonathan, risulta tanto complessa quanto avvincente. Se Batman è il ruolo di punta, il racconto gira attorno alla figura dello psicopatico clown, che tanto ha ripreso dalla prima maschera “indossata” da Jack Nicholson. La domanda che il regista si pone è quanta moralità sia rimasta alle persone, quanto in basso ci si possa spingere per salvaguardarsi da un pazzo. In un mondo senza regole portato sino agli spasmi ultimi della follia, il sottile e precario equilibrio tra legalità e criminalità sfocia in violenza e ognuno diventa giustiziere di se. Oppure no? Non è questo che chiediamo al vendicatore notturno? Sulla poltrona si vivono tutte le emozioni che la pellicola trasmette, dal rapporto multilaterale Rachel, Bruce, Harvey, passando per lo sguardo malinconicamente determinato del commissario Gordon (un ottimo Gary Oldman), sino ad arrivare all’appoggio morale quanto paterno del tuttofare Alfred. Ciò che caratterizza Il Cavaliere Oscuro è infatti l’accurato studio dei personaggi e i legami tra loro intrapresi; Nolan spinge sulla psicologia è in quel punto innesta il suo prodigio cinematografico, un’opera densa delle paure umane più recondite, che si pone come caposaldo del genere, scomponendo e superando l’immaginario “confortevole” rappresentato dai fumetti. Un nuovo look insomma, dark e ambizioso allo stesso tempo, come il costume dell’uomo pipistrello, che plana sullo sfondo di una città corrotta, senza paura e senza esimersi dalle proprie responsabilità. Condannato ad essere un antieroe suo malgrado, un vigilante silenzioso quanto necessario.
"Why so serious?? Let's put a smile on that face!"

 

Titolo Originale: THE DARK KNIGHT
RegiaChristopher Nolan
InterpretiChristian Bale, Heath Ledger, Gary Oldman, Michael Caine, Morgan Freeman, Maggie Gyllenhaal, Aaron Eckhart, Eric Roberts
Duratah 2.32
NazionalitàUSA 2008
Genere

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