Venezia 65: il punto della situazione

POCHE LE SORPRESE, TANTE LE COSE GIA’ VISTE

I mille volti del Lido appaiono negli schermi posti nel piazzale d’ingresso e scompaiono dentro al Palazzo del Cinema o nelle sale stampa adibite alle conferenze. Le varie sezioni diventano frontiera multietnica, perdendo la distinzione nella contaminazione dei generi e nel viatico dei giornalisti. Manca solo una giornata alla proclamazione del Leone d’Oro e neppure il muro dell’Aridateci i soldi di Ippoliti (con annessa coppa) riesce ad essere graffiante come un tempo: la Mostra stavolta NON sarà indimenticabile.

Crisi del mercato o mancanza di idee? Tra le due opzioni spunta anche lo sciopero degli sceneggiatori statunitensi, che si aggiunge ad una selezione all’italiana quantomai criticabile. Scrive CIAK: “Venezia 2008 rinuncia in parte al glamour e alla grande Hollywood per privilegiare il nuovo e l’imprevisto, contaminando i generi, dando largo spazio all’impegno e alla sperimentazione…per scommettere sul cinema che sarà domani”. Dunque dal The Wrestler di Aronofsky al (ritrovato) Yuppi Du di Celentano, la rassegna si fa calderone di idee espressioni culturali non sempre riuscite. Attorno al cadenzato e incessante movimente di star (su tutte la magnifica Theron), starlette e agli indomiti addetti ai lavori, da recuperare ci sono invece due gioiellini spuntati lontano dai flash, piccoli film che meriterebbero una maggiore esposizione mediatica: Hooked – Pesca sportiva di Adrien Sitaru e Parada di Marco Pontecorvo. Bisognerebbe istituire un apposito comitato di selezione festival nel festival, al quale affidare il compito di scovare il “meglio nascosto” e quindi riproporlo al pubblico, francamente stanco di certe scemenze difficili da digerire anche a chi dovrebbe commentarli: i rischi del mestiere!!

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