Habemus papam: pareri opposti sul film

LA REDAZIONE SI METTE A CONFRONTO SULL’ULTIMO DI NANNI MORETTI

Ci siamo esposti le rispettive opinioni al termine dei titoli di coda, il risultato è stato un simpatico pro&contro che ha evidenziato come il cinema è basato sui gusti personali. Questa volta però, come ogni tanto accade, il parere pende leggermente in senso positivo, considerata la prova notevole del regista di Brunico. Cominciamo…

QUALE TIPO DI PUBBLICO CONQUISTERÀ?

DAVIDE MONASTRA: I fan di Nanni Moretti non posso esimersi dal recarsi al cinema per vedere l’ultima fatica del loro regista preferito. Del resto ogni lungometraggio portato in sala da Moretti è un evento dato che, per restare in tema, fa un film ogni morte di papa

SIMONE BRACCI: Stavolta penso tutti, specialmente passato il primo weekend in sala, il passaparola reggerà sulla qualità del film e sul messaggio tra il bizzarro e il grottesco che emerge nel racconto. Moretti regista è decisamente meglio del moretti attore, indeciso sulla sterzata da dare alla sua interpretazione spaesata.

SI TRATTA DI UN FILM POLEMICA O SEMPLICE RIFLESSIONE SUL DUBBIO UMANO?

DM: La bellezza di questo film sta proprio nel fatto che non si tratta di una critica nuda e cruda (come in molti si aspettano) delle contraddizioni della Chiesa Cattolica. Anzi, i problemi religiosi sono deviati da una semplice domanda posta dallo psicologo al papa: “Ha problemi di fede?” Risposta secca: “No!”. “Habemus Papam” è un film sugli uomini e il coraggio di fare delle scelte, pur sapendo di non fare sempre la cosa giusta.

SB: Trattasi di legittimo dubbio. Le polemiche sono create ad arte da stolti nullafacenti, il film, come ogni forma d’arte, soffre di alcuni momenti di ritrosia alla “cattiveria”, di ricercato perbenismo nella parabola morale, ma “resuscita” sotto forma di umiltà rivelata. L’arringa conclusiva è davvero toccante.

LO CONSIGLIERESTI?

DM: Non si può perdere un buon film made in Italy, ce ne sono talmente pochi e di scarsa qualità che non andare al cinema sarebbe un “peccato mortale”. Dunque la mia risposta è semplice: certo che lo consiglierei.

SB: Assolutamente, nella misura in cui mescola sapientemente satira a moralismo, commedia buffa a dramma umano, un mix di generi all’interno di un unico genere che il cinema italiano raramente riesce a produrre. Ben fatto, ben girato, con finale volutamente sguarnito….a parte qualche piccola remora lungo la via sceneggiativa, ci è piaciuto eccome, altro che pro e contro!

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SCRITTO DA SIMONE BRACCI E…

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