World invasion: recensione film

LA BATTAGLIA DI LOS ANGELES AVVIENE TUTTA NEL CONTESTO MILITARE

La fantascienza ha effetto quando oltre ai mirabolanti effetti speciali uniscono pathos e timore per l’ignoto, sentimenti che fanno alzare lo sguardo verso il cielo con occhi sognanti. Se invece diventa sinonimo di sole sparatorie e lotte per la sopravvivenza, allora ecco che ci troviamo di fronte a “World Invasion”, film dichiaratamente di stampo bellico in cui l’umanità è in lotta per la sopravvivenza.

Contro alieni invasori, in un corpo a corpo di fanteria che ricorda il Vietnam e Los Angeles quale ultima roccaforte di speranza. Perché dove non arriva la potenza di fuoco contro le loro armi tecnologicamente avanzate, giunge il cuore e il coraggio di un soldato. Anzi no, di un marines per l’esattezza.

Evidenziatore calato sul patriottismo marcato USA, chiaro fin dalla prima inquadratura stretta sulla mascella indomita del sergente Aaron Eckhart, che guida i suoi in battaglia anche dopo la dipartita del suo diretto superiore, sacrificatosi per uno speranzoso bene superiore. Fantasy in salsa Apocalypse Now, miscelato con l’Indipendence Day del miglior Emmerich e condito con le recenti pellicole che Hollywood dedica a lotte armate, propinandocele poi come dessert.

Il film diretto da Jonathan Liebesman regge la tensione drammatica, ma si focalizza solo in quello, nella “famosa” ultima, ultimissima missione per il protagonista, che si trasforma in un eroico percorso verso la redenzione. Dove il bene regna sovrano e ogni invasore che minaccia la libertà se la deve vedere brutta.

Fuori la bandiera, fuori il coraggio e lo sprezzo del pericolo, i cowboys di frontiera invaderanno i vostri cuori di condottieri sopiti, ne siamo sicuri. Anche perché in caso contrario un pizzico di noia vi coglierà alla sprovvista sulla poltrona in posizione reclinata, nonostante il dolby surround, nonostante l’emozione viscerale da morti immotivate e di una guerra irrazionale, il messaggio che lancia ha una morale fin troppo spicciola: la legge della giungla.

Solo i condottieri sopravvivono al pericolo, gli altri, civili di ogni forma, periscono come mosche o faticosamente sopravvivono alla selezione di Darwin. Lo stile videoclip non aiuta nell’immedesimazione, ma permette di capire la velocità con cui certi avvenimenti accadono, il loro dramma e la loro difficile risoluzione.

Il resto è report di guerra, nudo e crudo, volente o nolente è una questione di gusti, a voi la scelta se essere un civile o un soldato motivato, ma pensateci bene prima di arruolarvi: non c’è via di scampo dalla battaglia, non si scappa dalla sua cruda realtà.

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