Talenti made in italy all’estero

LA “FUGA DI CERVELLI” AVVIENE ANCHE NEL SETTORE DELLO SPETTACOLO

Il festival di cinema indipendente “Visioni Italiane”, organizzato dalla Cineteca di Bologna, è giunto alla diciottesima edizione che si è conclusa ieri con un’amara constatazione: i talenti italiani sono spesso costretti ad emigrare all’estero per potersi esprimere, dato che in patria non hanno seguito. È il caso di Stefano Odoardi, pescarese attivo in Olanda, che con Tunnel vision ha vinto il premio come miglior film.

La direttrice del festival Anna Di Martino fa notare quanto sia lunga la lista dei nomi di giovani registi italiani che nel proprio paese nativo non hanno avuto possibilità di emergere e si sono visti costretti ad esercitare la loro complessa professione chi in Francia (Giacomo Abruzzese), chi a Los Angeles (Marco Ferrari), chi a Madrid (Giovanni Maccelli). Giovani autori come Giampietro Balia e Federico del Monte sono attivissimi persino in Estonia e India.

Insomma, tutto il mondo sembra essere interessato ai nostri giovani talenti, tranne noi. Come giustamente sostiene Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, il mercato italiano ha del paradossale perché non è minimamente interessato «ad un mondo creativo in pieno fermento», non ha intenzione di sfruttarlo e lo lascia fuggire via, con grande dispiacere e rammarico di chi ama il cinema d’autore, soprattutto italiano.

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