Tucker & dale vs. evil: recensione film

MIX DI PERSONAGGI STEREOTIPATI E DEI PEGGIORI HORROR DEGLI ULTIMI ANNI: MA IL RISULTATO È SORPRENDENTE!

Negli ultimi tempi non sono usciti grandi produzioni horror negli Stati Uniti. Se si escludono i casi di Rob Zombie e Alexandre Aja, sono veramente pochi i casi di film del terrore veramente riusciti negli ultimi anni. Meglio rivolgersi verso la Francia e la Spagna dove si puo’ trovare un’ondata di titoli sanguinosi e al limite del sopportabile che fanno la gioia dei fan: parlo soprattutto di film come “Inside – A l’interieur” e “La Horde” per quanto riguarda la prima e la trilogia di “Rec” (il terzo uscirà nei prossimi mesi) per la seconda. Ciò non toglie che l’esordiente Eli Craig abbia avuto coraggio nel proporre un titolo che si diverte a prendere in giro il genere in questione e più in particolare quella nicchia di titoli che gira attorno al mucchio di adolescenti che va’ in vacanza in campagna per incontrare morte certa: film come la trilogia de “La casa” o i più recenti “Cabin Fever” e “Shrooms”. Solo che in questo contesto fa la sua parte pure un certo pregiudizio di certe classi statunitense secondo cui tutti i campagnoli debbano essere minacciosi quanto un Leatherface (l’assassino di “Non aprite quella porta”) o gli stupratori di “L’ultima casa a sinistra”.

Difatti qui il gruppo di ‘sacrificabili’ viene terrorizzato per sbaglio dai due scansafatiche alcolisti, Tucker e Dale. I due andranno in vacanza proprio vicino i poveri ragazzi. Questi, uno dopo l’altro, cominciano a morire in seguito a degli incidenti che non hanno nulla a che vedere con i due strambi protagonisti. In fondo questi stavano passando una giornata tranquilla in pace quando tutti questi studenti da strapazzo sono venuti a suicidarsi nella loro proprietà.

Ma non è tutto. Perché se la prima mezz’ora ha tutte le migliori gag condensate nel trailer di un minuto e trenta (che a questo punto vi sconsiglio), dalla seconda metà comincia a cambiare registro e sorprende. I fan non potranno che andare in visibilio a scene che sembrano proprio rifarsi all’universo di Ash/Bruce Campbell de “La casa 2”. Tra citazioni di cult del genere e dialoghi al vetriolo, “Tucker & Dale” non sarà al livello di “Shaun of the Dead”, altra mitica parodia questa volta degli ‘zombie-movie’, ma riesce a intrattenere e a divertire per tutta la sua durata, grazie soprattutto ai due protagonisti fuoriclasse. Uno è il rosso allucinato di “Funeral Party”, nonché uno dei pochi pregi dell’ultimo “Transformers”, l’altro era uno degli eroi di “Reaper”, sit-com horror di qualche tempo fa prodotta da Kevin Smith e cancellata dopo sole due stagioni. L’alchimia tra i due è tale da creare alcune delle gag più divertenti viste negli ultimi tempi in questo tipo di cinema. Il film riesce anche a non cadere troppo neanche nella storia d’amore tra uno dei due protagonisti e la bionda che dopo aver rischiato l’affogamento viene accudita (o rapita?) dai due improbabili eroi.

Insomma, immaginate un mix degli horror  scritti peggio e con i personaggi più stereotipati degli ultimi anni e aggiungetevi un canovaccio alla “Strana coppia” o, per farla più becera, alla “Scemo e più scemo”. Il risultato non sarà il massimo dell’originalità, ma caspita se diverte.

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