Ghost rider: spirito di vendetta – recensione

LEGGERMENTE MEGLIO DEL PRIMO, RIMANE TRA I PUNTI PIU’ BASSI DEL CINEMA SUPER-EROISTICO

Non poteva essere peggio del primo episodio, uno dei punti più bassi del cinema dedicato ai supereroi, tanto di moda negli anni 2000, culminato con il Rider demoniaco in sella ad una moto: imbarazzante sotto tutti i punti di vista. Il secondo capitolo, a conti fatti, si migliora leggermente, ma trattasi sempre di un brutto film, totalmente “useless”, inutile…e non ce ne voglia la nostra Violante.

All’inizio sembra promettere bene con delle vignette che introducono la storia in modo esteticamente impeccabile: delle animazioni niente male, accompagnate dalla voce roca di Nicolas Cage che per un attimo sembra credere in quello che sta facendo. Sono passati cinque minuti e a qualcuno verrebbe da dire “questo potrebbe essere fico”. Roba di un attimo, perché subito dopo ecco ritrovarci l’attore tra tic forzatissimi e tentativi fallimentari di far sorridere il pubblico.

Non come nel primo episodio, ma poco ci manca. In compenso c’è la storia di una bella ragazza dall’accento gitano (l’attrice Placido) con un figlio che potrebbe essere il nuovo Anti-Cristo, sulle cui tracce si mettono dei mercenari inviati dal Diavolo in persona. Un soggetto su cui gli sceneggiatori non avranno dormito per più notti, uno penserebbe. E il tocco super-adrenalinico dei registi Brian Taylor & Mark Neveldine, già autori dei godibilissimi “Crank” e “Gamer”, potrebbe rendere le prossime due ore un ottimo momento per spegnere il cervello.

Di tale assurdità risulta essere la trama, tanto pessimi sono gli attori –con l’eccezione dell’ottimo Idris Elba-, che risulta impossibile anche solo per un attimo entrare nella storia. È un peccato perché il motociclista dal teschio di fuoco meritava un’altra chance, degna di questo nome. O forse solo un altro attore…

 

 

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