Alle tijd: recensione film apertura torino glbt film festival

COMMEDIA AGRO-DOLCE, CHE FA RIFLETTERE SULLA SOLITUDINE E I VALORI DELLA VITA

Alle Tijd (Time to Spare)” è stato scelto dagli organizzatori della 27esima edizione del Torino GLBT Film Festival per aprire la kermesse italiana dedicata interamente al cinema omosessuale. Il film di Job Gosschalk volge il suo sguardo sulle nuove famiglie moderne, mettendo al centro un simpatico maestro di musica omosessuale, che ha il cattivo difetto di scegliere che cosa è giusto per gli altri. La vita di Maarten, nome del protagonista, sarà però stravolta da un giorno all’altro quando sua sorella Molly, che lui ha cresciuto dato che sono orfani, decide di andare a vivere con il suo fidanzato Tony. Per superare la sindrome del nido abbandonato, Maarten si concentra su un nuovo amore: Arthur, bellissimo costruttore edile, che però non sa ancora se è omosessuale o meno, anzi forse è convinto di essere uomo al 100%, anche se non disdegna, anzi ricerca assiduamente, la presenza di Maarten.

“Alle Tijd”, avvalendosi anche di molti sub-plot e personaggi secondari di tutto spessore, cerca di indagare sul valore dei veri sentimenti, riuscendo a far riflettere su quanto sia difficile affrontare la vita con le sue prove che sembrano insormontabili, a cui però c’è un’unica soluzione: l’amore e l’affetto verso le persone care. I protagonisti del film sono fondamentalmente egoisti e pur potendo essere felici, si ritrovano a credere di essere soli al mondo, arricchendo così il lavoro di un lavoro spunto su cui riflettere: la solitudine.

Siamo di fronte ad una commedia intelligente (un Ozpetek degli esordi se proprio vogliamo fare un paragone con il nostro cinema), che non rinuncia a cambiare strada sul finale, tendendo al drammatico, pur non dimenticando che si può strappare un sorriso, anche nelle situazione più disperate. 

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