Attack the block – invasione aliena: recensione

HUMOUR NERO, GRANDE INVENTIVA E ARTIGIANATO D’AUTORE: UN FILM CON LA F MAIUSCOLA

Attacca il blocco e non far uscire nessuno. Possibile che questo sia il piano per un’invasione aliena? A quanto pare, il quartiere malfamato di Londra attira creature mannare come mosche e l’unica speranza è combatterli con ingegno e astuzia “da ghetto”. Horror in chiave teenager, ma decisamente ben realizzato, “Attack the block” ha gran parte degli stereotipi del filone, ma li mescola con una tale bravura e furbizia che, proprio come i protagonisti, si lascia guardare e fruire alla velocità della luce, nemmeno fosse succo d’arancia. Un gruppetto di teppistelli di ultima generazione inglese, cuore di mamma e sgherri di notte, si trovano a combattere contro una razza arrivata a colonizzare il nostro bistrattato pianetucolo, armati di tanta foga e ai comandi di Moses, quindicenne probabile figlio del cantante 50 cent.

Umorismo nero, impossibile guerriglia urbana e coraggio da vendere sono il frutto di un lavoro divertente ed efficace, messo in piedi dal regista Joe Cornish, il quale ha ottenuto due candidature ai British Independent Film Awards 2011. Frutto del caso? Noi converremmo per l’ipotesi più affascinante di un affiatato lavoro di team, in cui anche icona del cinema comico inglese come Nick Frost si adeguano al copione fanta-horror e ne traggono grande giovamento. Ritmo, regia fluida e sceneggiatura “credibile” rendono la pellicola un piccolo b-movie da affiancare ai Goonies e al recente Super 8, nella personale videoteca dei classici per famiglie.

Quelle che si emozionano con i sobbalzi da poltrona, quelli che riconoscono nell’artigianato da cinema un modo sempreverde per raccontare storie a sfondo sociale, pur inserite nel contesto paranormale in cui Mos e i suoi compari agiscono. Nel modo più semplice, ovvero ponendo la loro umanità disagiata al di sopra delle loro stesse vite: difendere la Terra a costo della vita o fuggire dalla polizia che li bracca? Il quesito è presto svelato e tra colpi di rap e katana la battaglia imperversa fino alla stanza dell’erba, luogo-rifugio da cui parte la contraerea difensiva. Mentre il resto della popolazione rimane all’oscuro di tutto, almeno voi non lasciatevi sfuggire questa brillante pellicola: ne và delle vostre “vite” cinefile. 

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