Dr. house: standing ovation di pubblico e critica per l’addio

INTENSO E INASPETTATO IL FINALE DI HOUSE COMMUOVE E NON DELUDE

Attenzione questo articolo contiene anticipazioni sulla puntata finale della serie televisiva “Dottor House” ancora inedita in Italia.

Everybody lies, tutti mentono. Everybody dies, tutti muoiono. Due grandi verità scomode quanto retoriche e reali danno il titolo alla prima e all’ultima puntata di Dottor House M.D. il medical drama più amato dai telespettatori di tutto il mondo. È andata in onda la scorsa notte negli Stati Uniti la puntata finale dello show che ha creato uno dei personaggi più belli e interessanti che il piccolo schermo abbia mai conosciuto.

Gregory House il dottore egocentrico, autolesionista, geniale, scorbutico, cinico e maledettamente vero ha salutato il suo pubblico inscenando la sua morte, facendo pace con i suoi demoni e liberando dal peso della sua ingombrante presenza tutti i personaggi che in questi otto anni gli sono stati accanto consapevole di poter dar loro più nulla, conscio di aver insegnato a tutti qualcosa.

Nell’ultima puntata House con l’aiuto immancabile di qualche stupefacente mette a confronto nel bel mezzo di un palazzo in fiamme la necessità di vivere e quella di morire e lo fa dialogando con vecchi amici e passati amori. Beffandosi anche del titolo dell’episodio, che ha ottenuto uno straordinario successo di critica e di pubblico con più di otto milioni e mezzo di spettatori, alla fine House decide di salvarsi ma allo stesso tempo sceglie di comunicare la sua decisione solo al suo migliore amico, Wilson, durante quel funerale dove gran parte dei personaggi delle precedenti stagioni, molti dei suoi amici e alcuni dei suoi amori, tranne l’attesissima Cuddy, si sono riuniti ignari della realtà che anche questa volta grazie a House gioca diventando bugiarda e relativa perché loro, come noi affezionati fan, non lo vedranno più dopo quell’ultimo saluto che non celebra la morte ma celebra comunque un finale.

Greg spiazza Wilson e il suo pubblico proprio nel bel mezzo dell’omelia a lui dedicata con un sms perfettamente in linea col carattere del protagonista e col suo rapporto con l’oncologo. “Shut up, idiot” scrive rubando un sorriso e un sollievo alle lacrime di James che nelle sue parole, davanti a quell’urna che credeva contenere le ceneri dell’amico, stava insultando il narciso compagno di avventure per essere morto prima di lui, nonostante il cancro gli avesse sentenziato solo cinque mesi di vita.

Tra le caratteristiche che hanno reso Dottor House un personaggio lontano anni luce da quelli a cui il pubblico è abituato c’è il suo bisogno, che diventa quasi un’indole, di fuggire. House fugge sempre: fugge dal dolore fisico e morale anestetizzando corpo e mente con il Vicodin, sfugge da ogni rapporto con i pazienti facendo in modo di essere solo la mente e lasciando che il braccio che cura e conforta sia il suo team, fugge da ogni tipo di legame sentimentale rovinando ogni suo amore quasi a voler proteggersi e proteggere e fugge anche ora. Ma mentre in ogni precedente fuga è stata la solitudine la sua compagna in quest’ultima, dalla quale noi spettatori non lo vedremo mai tornare, lui non è solo nel viaggio. E questo ci consola. 

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