L’estate di giacomo: recensione film

UNA STORIA ESTIVA ALL’INSEGNA DELLA SEMPLICITÀ, CARICA DI EMOZIONI GREZZE E INTENSE

Genere: DOCU-FICTION (definizione non del tutto corretta)

Uscita: 20 luglio

Giacomo e Stefi sono amici d’infanzia e trascorrono l’estate sempre insieme, nelle campagne friulane, tra bagni nel Tagliamento, passeggiate nel bosco e feste di paese. Lui è sordo, parla molto, spesso di cose di poca importanza ma fa sempre sapere cosa vuole e cosa pensa; lei è più taciturna, si immerge nella natura, tocca terra e acqua, vive e apprezza la vita stessa con rara e silenziosa passione.

Il paesaggio campagnolo del Friuli, il paese lontano dalle grandi città, la natura ancora incontaminata, la vita semplice e un po’ arretrata, sono lo sfondo che il regista (e scrittore del film) Alessandro Comodin ha scelto per la sua piccola storia. La scelta appare naturale: quei luoghi e quelle esperienze l’autore le ha vissute in prima persona. Anche Giacomo è un personaggio “reale”, un ragazzo sordo che ha deciso di operarsi e che Comodin ha seguito.

Il concetto di “inseguimento” è espresso in modo chiaro ne L’estate di Giacomo: Comodin lo realizza come un documentario, con inquadrature molto lunghe, presa diretta del suono, mezzi leggeri e spontaneità dei protagonisti, e per buona parte del film – perché di film si tratta – mantiene la macchina da presa dietro la nuca dei personaggi, li segue letteralmente. Li osserva da dietro, li vediamo poche volte di profilo e ancora più rari sono i casi in cui i loro volti ci vengono mostrati frontalmente.

Ci troviamo davanti ad un racconto nemmeno lontanamente classico, e per questo davvero interessante. Non si deve pensare però, che l’autore abbia realizzato un’opera incomprensibile, per intellettuali e con pretese da alto cinema d’essai: non c’è niente di più primitivo ed immediato delle emozioni che la storia di Giacomo e Stefi ci regala; il coinvolgimento è inevitabile, i due protagonisti sono così vicini a noi che non possiamo non amarli dopo pochi minuti. Vivono quello che viviamo (o che abbiamo vissuto) anche noi, respirano la nostra stessa aria. Comodin riesce incredibilmente bene a restituirci l’atmosfera dell’estate campagnola, i suoi odori e i suoi rumori.

L’estate di Giacomo è un film semplice, come le cose all’interno delle quali, a detta di Stefi, risiede la felicità. Una dichiarazione d’amore verso la semplicità che non tutti sanno apprezzare. Stefi incita il suo amico a vivere le cose come vengono, a beneficiare di quello che ha intorno, a meravigliarsi per l’esistenza della natura e dei sentimenti.

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