October Baby: tempi d’attesa lunghi in Italia

IL FILM CHE HA COMMOSSO L’AMERICA È IN ATTESA DI UNA DISTRIBUZIONE

october baby locandinaEcco che un regista riprova a portare sul grande schermo un tema non molto caro ad Hollywood: quello dell’aborto. Si sa che il cinema americano preferisce di gran lunga altri temi, e seppur con questi argomenti non trattati drammaticamente, come ha intelligentemente fatto Jason Reitman in Juno. Eppure October baby di Andrew Erwin ha riscosso tanto successo da far parlare di sé proprio perché, anche se distribuito non dalle grandi case di distribuzioni, è riuscito ad emozionare il pubblico e a guadagnare molto più di quanto si sia speso per la produzione.

Il soggetto viene da una storia vera, la difficile e non convenzionale storia di Gianna Jessen. Sembrerà assurdo, ma lei non sarebbe dovuta nascere. La madre voleva abortire, e lo aveva fatto con un’iniezione salina. Ma quando ci si mette di mezzo il destino, ben poco si può fare. E così eccola qua, all’età di 35 anni e con tutta una vita davanti, quella che le doveva essere tolta ancor prima di venire al mondo.

Dalla storia reale alla trasposizione cinematografica qualcosa cambia. Anche se la Jessen si è espressa in prima persona per congratularsi del film soprattutto per il fatto che di aborto si parla poco e non bene, una differenza sostanziale tra la finzione e la realtà c’è: la protagonista del film una volta saputa la verità circa la sua esistenza cerca in tutte le maniere di contattare la genitrice. La “sopravvissuta” reale invece non ha mai cercato la madre, e sperava che se proprio un giorno l’avesse vista di non trovare somiglianza fisica tra le due.

Film dalla lacrima facile, nonostante il low badget si è conquistato l’ottavo posto al botteghino americano nel primo weekend di uscita. Un vero traguardo per il regista e gli attori, tra i quali figurano i nomi di Rachel Hendrix, Jason Burkey, John Schneider, Jasmine Guy e Robert Amaya. Il lavoro, che è stato in parte finanziato da organizzazioni evangeliche e da movimenti pro-life, è un ottimo trampolino di lancio per riaprire il capitolo scottante circa l’interruzione della gravidanza o meno.

Portatore anche di valori quali il cercare sé stessi e il proprio passato, l’affrontare la vita con forza nonostante le difficoltà, ma anche il coraggio del perdono, l’opera è piacevole e poetica. Gradevole, insomma, a prescindere dal fatto che siate d’accordo con le idee portate avanti o meno. Un prodotto cinematografico va anche considerato per la sua bellezza in toto. Inoltre, sebbene non sia stata ancora definita la data d’uscita in Italia, una parte del ricavato dell’incasso va ad un’associazione che si occupa di adozioni. Un motivo in più, no?!

 

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