Il cavaliere oscuro – il ritorno: recensione film

CHRISTOPHER NOLAN LASCIA UN TESTAMENTO MAGNILOQUENTE E ALLO STESSO TEMPO LEGGENDARIO 

GENERE: Cine-comic

USCITA: 29 agosto 2012

Veloce com’è apparso, il mantello scompare nel nulla. Nel buio della notte dove i criminali si annidano e il pipistrello risorge. Il Cavaliere Oscuro – il ritorno segna davvero l’epica conclusione di una trilogia che ha radicalmente modificato il concetto di approccio al fumetto, trattando il supereroe di Gotham City non come un vigilante mascherato, ma come quella “personalità” di cui ogni singola persona, ogni città, ogni paese avrebbe bisogno. La giustizia che valica la condotta morale e trafigge l’ingiustizia.

Otto anni dopo l’accusa di omicidio ai danni del procuratore Harvey Dent… di Batman nemmeno l’ombra, Bruce Wayne ha deciso di ritirarsi in seguito a problemi di natura fisica e a Gotham regna l’equilibrio. Per poco, quando arriva il terrorista Bane, stratega del male, da Wayne al commissario Gordon, passando per la regina dei furti Selina Kyle, ognuno dovrà rivedere le proprie convinzioni e decidere da quale parte schierarsi. Christopher Nolan supera se stesso in quanto a tecnica registica, allestisce set in tutta (la vera) New York e crea almeno tre sequenze capolavoro tra i grattacieli della città, cimentandosi nell’ardua impresa di raccogliere lentamente, uno ad uno, tutti i fili narrativi che uniscono i tre film della sua personalissima saga.

Sa di rischiare nel momento in cui decide di chiedere pazienza allo spettatore nella parte introduttiva, sia quando a malincuore “accetta” alcune sequenze per dar respiro alla pellicola, facendo traballare l’intero impianto sceneggiativo. Ma poi ripaga con un’opera grandiosa, fatta di ritmo forsennato in cui ogni scacco torna in posizione, tensione altissima e un finale lungo mezz’ora che stupisce per bravura tecnica e talento estetico. The dark knight rises si innalza così a vessillo del filone film-fumetto nell’era del 21esimo secolo e Nolan lascia alle generazioni venture un testamento completo fatto di emozioni umane e prodigi superomistici: unione mirabolante tra azione e sentimenti di cui il film è intriso, dal lutto familiare, alla miseria della condizione umana, dal crollo dell’aristocrazia fino ai più elementari valori di amicizia e affetto.

Ciascuno riflesso negli occhi di un cast superbo, capitanato dal finalmente ottimo Christian Bale, dalle intense interpretazioni di mostri sacri come Michael Caine, Morgan Freeman e Gary Oldman, tra cui si sono fatte largo le due bellissime contraltari Anne Hathaway nei panni di Catwoman e Marion Cotillard, insieme al duo di giovani leve come Tom Hardy, il villain dei villain, e Joseph Gordon-Levitt. Una guerra totale quella in cui Batman torna a confrontarsi, stavolta non più nascosto nei meandri della sua grotta, ma nelle strade tra la gente, al fianco del corpo di polizia in un corpo a corpo senza esclusione di colpi che coinvolge l’intera popolazione di Gotham.

Ogni classe sociale si ribella, ciascuno prepara la lotta alla nuova criminalità, gli arricchiti contro gli affamati (metafora da non sottovalutare), giusto e sbagliato che si confondono con pericolosa velocità, delinquenti e cameo inaspettati, il risveglio della setta delle ombre contro il ritorno di un simbolo mai arreso, il faro della salvezza. Icona potente ed efficace, destinata suo malgrado a combattere un conflitto contro le sue intime convinzioni. Nate nell’oscurità ed ora pronte a divampare alla luce del giorno come il fuoco della redenzione. 

(21 Agosto 2012)

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