Resident evil – retribution 3d: recensione

LA SAGA HORROR DI ANDERSON ARRIVA STANCHISSIMA AL QUINTO CAPITOLO

Genere: horror

Uscita: 28.09.2012

Ti diverti per carità, balzi sulla sedia non lo nego, ti spaventi in ogni scena è la verità. Ma nulla ci impedisce di catalogare Resident Evil: Retribution come un film evitabile. Perché è un concentrato totale e senza alcuna originalità di film, già visti, fumetti già letti e storie identiche ai precedenti capitoli. Un mix di avventura, orrore e sentimentalismi allo stato brado che lasciano interdetti nella sua necessità realizzativa.

Spieghiamoci, partiti dal videogioco (il survival horror della Capcom)  in cui un Virus creato in laboratorio rende gli umani in zombie mutanti, la Umbrella corporation ora detiene il controllo del mondo. Orde fameliche tentano di conquistare il resto del pianeta, solo Alice (Milla KungFu Jovovich), anche lei con DNA alterato, potrebbe salvare il mondo. Come? Intanto cominciando a ribellarsi alla realtà virtuale in cui il mega computer, la Regina Rossa, l’ha intrappolata per studiarla ed eventualmente poi eliminarla, grazie ad un manipolo di guerrieri amici. Ripartendo esattamente da dove si era interrotta la storia nel precedente “episodio”, vi annunciamo già che ce ne sarà un altro, l’ultimo probabilmente: la guerra totale.

Come una lunga serie tv, escludendo il primo riuscitissimo film, l’intera saga soffre di una ripetizione ritmata che pur nella sua ammaliante estetica, non brilla per momenti di catarsi, specie considerando il ruolo globale incarnato dalla nostra bella protagonista. Si tratta di un nuovo livello di cinema, quasi interattivo nel suo sviluppo da piattaforma gaming, momento in cui, come nei parco giochi, il pubblico vive l’emozione 3d con suoni e rumori in sala. La battaglia per la salvezza poi diventa un solo accessorio rispetto all’impianto scenografico e alla sceneggiatura resa all’osso in cui ci si chiede come l’industria delle armi continui se non esistono più umani quale forza lavoro? E, soprattutto, una volta finito di scorrere il sangue caldo, quei mostri si scanneranno tra loro o moriranno di stenti?

Considerando che un film non dovrebbe far sorgere queste domande, ma appassionare in quanto mezzo di intrattenimento di massa, appare chiaro come l’attenzione non venga conquistata del tutto e la dimenticanza prenda il sopravvento. Operazione cinematografica, dunque, spaventosamente divertente, quanto narrativamente per nulla riuscita. 

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