Venezia 69: il giorno di robert redford, l’antidivo del cinema moderno

DOPO IL PARTERRE PER “SPRINGBREAKERS”, ARRIVA L’AUTORE DI “THE COMPANY YOU KEEP”

Venezia 69, terz’ultimo giorno. Ieri sono proseguite sul red carpet le cerimonie di presentazioni di vip e neodivi del panorama cinematografico internazionale, senza sosta si sono affacciati volti che cercheranno di contendersi il premio finale, in soldoni e fama. Certo, le scelte non hanno sempre a che vedere con la qualità estrema, considerando anche il momento di grande appeal pubblicitario che certi brand hanno sull’industria del cinema.

Dopo la passerella dedicata al film Spring breakers, vizi e vizi di certi giovani americani, su cui la parentesi tra oscenità e simpatia è facilmente interscambiabile, molte film delegations si sono radunate negli spazi appositi del Lido per incontrare stampa e pubblico, magari lasciando oltre all’intervista anche qualche autografo o foto ricordo. Tra i tanti gli autori di La cinquième saison, vero caso del giorno, diviso tra perplessità e scrosci di applausi, considerata la sua forte candidatura “anti-Bellocchio” in concorso.

Stasera, ad ogni modo, tutti gli occhi e i flash dei fotografi saranno indirizzati verso l’antidivo del cinema americano classico, ovvero l’intramontabile Robert Redford, bellezza e classe nello stesso tempo, per questo giovanotto d’annata (75 anni). The Company You Keep, il suo ultimo lavoro, vede nel cast Susan Sarandon, Shia LaBeouf, Julie Christie, Sam Elliott, Jackie Evancho, Brendan Gleeson e Terrence Howard.

Tratto dal romanzo di Neal Gordon e adattato per lo schermo da Lem Dobbs, la pellicola ha come protagonista Jim Grant (Redford), avvocato per i diritti civili e padre single di Isabel. Jim viene messo sotto torchio da un giovane ed ambizioso giornalista che rende pubblica la sua vera identità, smascherandolo come ex militante di Weather Underground, latitante e ricercato per un omicidio avvenuto negli anni 70.

Segnaliamo poi la solita vicenda, tristemente retrograda, almeno per quanto ci riguarda: denunciata il regista Ulrich Seidl per offese alla religione, a seguito delle scene gravemente blasfeme ed oltraggiose contenute nella pellicola Paradise Faith, sconfinanti in una prolungata scena di sesso con un crocifisso compiuta dall’attrice Maria Hofstatter. Così ci conferma il portavoce dell’avv. Pietro Guerini, Presidente e Portavoce nazionale del comitato NO194 e dell’omonima associazione. In una parola: RIDICOLI. 

(6 settembre 2012)

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