Venezia 69: linhas de wellington – recensione

VALERIA SARMIENTO RACCONTA IL PERIODO NAPOLEONICO DURANTE LE BATTAGLIE IN PORTOGALLO, SERVENDOSI DI UN CAST ECCEZIONALE

GENERE: Drammatico

Basta solo leggere i nomi del cast per interessarsi al nuovo film film di Valeria Sermiento dal titolo Linhas de Wellington e presentato alla 69esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia 69 nella selezione ufficiale in concorso. La Serimiento è infatti riuscita a mettere insieme un cast d’eccezione che conta: Catherine Deneuve, Michel Piccoli, Isabelle Huppert, John Malkovich, Melvil Poupaud, Mathieu Amalric, oltre che a Nuno Lopes, Soraia Chaves, Marisa Paredes, John Malkovich, Carloto Cotta, Victória Guerra, Marcello Urgeghe, Jemima West, Afonso Pimentel e Miguel Borges. Aggiungete a tutto questo il fatto che la pellicola è stata preparata in collaborazione con il regista Raoul Ruiz e capirete da soli il perché si parla tanto di questa mega co-collaborazione europea.

Il 27 settembre 1810, le truppe francesi comandate dal maresciallo Massena, furono sconfitte nella Serra do Buçaco dall’esercito anglo-portoghese del generale Wellington. Nonostante la vittoria, portoghesi e britannici furono costretti a ritirarsi di fronte al nemico, numericamente superiore, al fine di attirarlo a Torres Vedras, dove Wellington aveva costruito linee fortificate difficilmente superabili. Contemporaneamente, il comando anglo-portoghese organizza l’evacuazione di tutto il territorio tra il campo di battaglia e le linee di Torres Vedras, una gigantesca operazione di terra bruciata, che impedisce ai francesi di raccogliere materiali di consumo. È l’avventura di una moltitudine di personaggi di ogni estrazione sociale – soldati e civili, uomini, donne e bambini, giovani e vecchi – distolti dalla routine quotidiana lacerata dalla guerra e trascinati per colline e valli, tra i villaggi in rovina, foreste carbonizzate e colture devastate.

Il problema principale di Linhas de Wellington è che sembra una buona fiction televisiva, ben scritta, ben diretta e ben recitata. Il film quindi risente degli stereotipi e delle situazioni tipiche del prodotto televisivo, tanto che si potrebbe auspicare un passaggio al più presto sui piccoli schermi d’Italia, giusto per mostrare al pubblico della prima serata, poco avvezzo alle sale cinematografiche, un prodotto di alto valore artistico.

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