La collina dei papaveri: recensione film

MIYAZAKI RETRÒ COLPISCE ANCORA AMBIENTANDO IL CARTOON ALL’INIZIO DEGLI ANNI 60 

GENERE: animazione

USCITA: 6 novembre 2012

In esclusiva, il 6 novembre, solo per un giorno nelle sale italiane, sarà mostrato un grande capolavoro d’animazione giapponese targato Studio Ghibli, il celebre studio cinematografico che si è fatto conoscere per la diffusione degli anime nel mondo, continuando ad adottare la tecnica del  disegno tradizionale a dispetto della grafica.

La collina dei papaveri, per la regia di Goro Miyazaki, tratto da un manga degli anni ’80, è la storia di un Giappone verso la rinascita, dopo i danni causati dalla Seconda Guerra Mondiale, filtrata dagli occhi vividi di una generazione di studenti di una scuola superiore della città di Yokohama, impegnati concretamente nel voler rendere migliore la loro piccola realtà scolastica e la qualità della loro vita. In questo clima di tumulto delle coscienze giovanili si svilupperà un tenero amore tra un ragazzo e una ragazza che frequentano l’istituto, Umi e Shun.

Siamo nel 1963, prima delle olimpiadi di Tokyo e agli inizi di un boom economico in crescente ascesa mentre gli splendidi paesaggi naturali, a poco a poco, vengono infestati dall’inquinamento delle industrie e dei trasporti. Umi gestisce un ostello situato su una collina ancora incontaminata, dove crescono rigogliosi dei papaveri, simbolo di purezza, in contrapposizione alla città che si estende scendendo a valle. Ogni mattina la ragazza si sveglia operosa, prepara la colazione per tutti gli ospiti della casa, per i suoi fratelli più piccoli e per sua nonna, che è rimasta a capo della famiglia, poiché il padre di Umi, comandante di vascello, è morto durante la guerra di Corea, mentre la madre è un medico sempre in viaggio. Prima di andare a scuola la fanciulla raccoglie i fiori e li mette in un vaso davanti alla fotografia del papà, per poi issare, in sua memoria, le bandiere dei marinai nel giardino che si affaccia sul porto.

Durante un’assemblea d’istituto, Umi fa l’incontro di Shun, caporedattore del giornale scolastico, sulle cui pagine le ha dedicato una poesia anonima, e dei suoi amici, i quali hanno fondato la loro sede operativa di studi e dibattiti in un vecchio edificio storico, il Quartier Latin, dove ogni gruppo si occupa di una branca del sapere con passione, ma affatto della manutenzione degli spazi, che appaiono impolverati e fatiscenti. L’aiuto delle studentesse, capeggiate da Umi, sarà fondamentale per la pulizia e il rinnovamento di questo quartier generale della cultura, che purtroppo, dopo tanta fatica e sudore della fronte, rischia di essere demolito per far spazio a un nuovo mostro industriale.

In seguito allo scioglimento di un’intricata matassa, l’edificio sarà risparmiato così come l’amore di Umi e Shun potrà sventolare libero, a bordo di una nave diretta verso un felice orizzonte.

Inoltre, la toccante colonna sonora arricchisce la pellicola, lanciando forti messaggi di fratellanza e fiducia nel futuro. La dolcezza di musica e testi, avviluppa davvero il cuore, fino allo scorrere dei titoli di coda, e contribuisce a rendere i personaggi animati di questo film pieni di un’umanità da cui le persone in carne ed ossa dovrebbero prendere spunto. 

Ricordiamo che sul sito www.luckyred.it/lacollinadeipapaveri sarà possibile consultare l’elenco delle sale che proietteranno il film.


Maria Teresa Limosa

(25 ottobre 2012)

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