Cinema a pixel: lost in kubrick

RUBRICA: GUIDA “WEB ORIENTED” ALLA RICERCA DI NUOVE FORME DELL’AUDIOVISIVO

Per capire come si evolve il linguaggio dell’audiovisivo con i new media bisogna volgere lo sguardo Oltreoceano. Ultimamente però la parola webserie è associata all’aggettivo italiana. È bastato che Magnolia, quelli dell’Isola dei famosi, producesse una serie per il web ed è subito boom di articoli sul “nuovo” fenomeno.

Diciamolo subito: Kubrick: una storia porno, tre puntate su giovani cineasti che girano film porno perché non riescono a fare cinema in altro modo, è ben fatta e clicchiamo su Mi piace.

Troviamo normale che si spostino i riflettori per la notizia, eppure ci sentiamo di sottolineare l’enorme ritardo con cui ci arriviamo. In Usa, le webserie sono da anni terreno di sperimentazione per scrittura, messa in scena e gestione dei costi, anche da parte di autori e divi.

E in Italia? Ce ne sono e sono innovative, ma snobbate come “roba da geek”. E allora da parte nostra speriamo l’ultima arrivata possa rappresentare anche un balzo in avanti per i media tradizionali. E i segnali già ci sono

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SARA SAGRATI

(4 novembre 2012)

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