Roma film fest – le sac de farine: recensione film

LA STORIA DI UNA RAGAZZA RIBELLE IN UN CONTESTO REPRESSIVO COME IL MAROCCO

GENERE: drammatico

DATA DI USCITA: n.d.

Sarah è un’orfana marocchina cresciuta in un istituto cattolico in Belgio che le ha dato un’impronta molto rigida ma anche una buona istruzione e le ha insegnato soprattutto a pensare con la propria testa e a farsi un’idea. Un giorno, suo padre e sua zia la vanno a prendere per riportarla in Marocco. Sarah non è felice di questo cambiamento, non le piacciono le scuole locali dove le ragazze possono imparare solo a ricamare e cucire, preparandosi ad una vita in casa.

Le sac de farine contiene diverse tematiche, tutte di grande risonanza, che la regista Kadija Leclere riesce benissimo ad affrontare con serietà, senza sminuirne nessuna; la storia di Sarah e della voglia di libertà e sovversione che dimostra fa da sfondo alla più ampia questione della guerriglia civile in Marocco e delle rivolte cui partecipa l’intera popolazione. La protagonista conosce Nadi, un attivista che più di una volta ha rischiato la tortura e la detenzione per aver diffuso comunicati contro il governo. Sarah viene coinvolta nelle azioni del suo amato che risveglia in lei la voglia di farsi sentire.

Leclere sceglie di raccontare questa storia a tinte forti senza troppe scene spettacolari o di massa (le rivolte ci vengono principalmente presentate attraverso la radio), senza bisogno di grandi mezzi tecnici o grandi panoramiche. La vita e le scelte di Sara vi vengono mostrate attraverso inquadrature lunghe e silenziose; la sceneggiatura procede per situazioni più che per un sistema di causa-effetto: molto di quello che vediamo è la vita quotidiana delle donne marocchine, di “romanzato” c’è poco.

Le sac de farine è inserito nella sezione a sé stante Alice nella città, dedicata al cinema per bambini e ragazzi; quest’anno l’età del target della sezione si è alzato per cui le storie presentate sono più complesse e di spessore maggiore, inevitabilmente anche più dure. Lo sguardo (e soprattutto i colori accessi e carichi) di Leclere però, si dimostra adeguato ad un pubblico non ancora adulto. Il film ha, tra le tante, un grande qualità: adattarsi a diverse fasce d’età ed essere capace di colpire, con le stesse vicende, spettatori più o meno maturi.

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