S.b. io lo conoscevo bene: recensione film

BERLUSCONI RACCONTATO DAI SUOI AMICI O PRESUNTI TALI IN PERFETTO STILE BRITISH

Su di lui hanno detto tutto. Lo hanno elogiato, denigrato, insultato, osannato e perfino condannato. Comprenderlo fino in fondo è impossibile o forse talmente semplice da far pensare che non sia possibile. Eppure si continua a parlare di lui, il Cavaliere, l’ex premier, il presidente del Milan e di molto altro, lui Silvio Berlusconi.

E il rischio di questo documentario presentato al Festival di Roma era proprio questo, il tanto parlare di un argomento spesso stanca, annoia lo spettatore ma per fortuna non è stato così perché i due registi Giacomo Durzi e Giovanni Fasanella hanno dato un punto di vista  nuovo, inusuale per raccontare l’ascesa e la caduta, almeno quella politica, di un personaggio che ha fatto la storia degli ultimi venti anni del nostro paese.

In S.B. io lo consocevo bene a parlare sono i suoi amici di sempre, gli ex amici o i presunti tali, quelli che in lui hanno creduto o hanno voluto credere per amicizia o per interessi personali. Un punto di vista inusuale per chi è abituato a seguire film di denuncia sulla sua politica o sulla sua figura dal passato, e dal presente, molto poco chiara.

Il punto di vista è neutro e pacato, senza colpi di scena, urla o accuse. Un modo di raccontare che è stato definito british e che colpisce lo spettatore nel profondo perché a raccontare sono proprio le persone che hanno condiviso la vita privata e pubblica di Berlusconi e con toni che non vedono né risentimento, né idolatria, né accusa, ma raccontano un persona.

Un documentario strutturato bene e piacevole da seguire, un ottimo esempio di come si può fare informazione senza necessariamente giudicare, perché sono i fatti a parlare da soli.

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