Vicini del terzo tipo: recensione film

LA NUOVA COMMEDIA CON BEN STILLER CHE METTE ALLA BERLINA I FILM DI FANTASCIENZA

GENERE: Commedia/Fantascienza

DATA DI USCITA: 8 novembre 2012

Si sa, i film di Ben Stiller sono un concentrato di cattiveria e ironia, tra le cose più divertenti e originali che il cinema mainstream USA abbia saputo offrire negli ultimi anni. Come regista, infatti, è riuscito a fare della satira su televisione, moda e settima arte rispettivamente con dei cult come Il rompiscatole, Zoolander e Tropic Thunder. Poi ovviamente tra una regia e l’altra Stiller recita in qualche prodotto medio, talvolta divertente (come Tower Heist) o no (Vi presento i nostri, terzo capitolo non necessario dopo due episodi da molti considerati cult). Fortunatamente Vicini del terzo tipo è più vicino alla prima categoria, anche se probabilmente l’eccessiva mediocrità di alcune gag potrà far scuotere le teste ad alcuni.

Il film parte dall’eccessiva ambizione di fare un Ghostbuster versione fantascientifica: in questo caso quattro personaggi tra i più inaffidabili di sempre –oltre a Stiller, Vince Vaughn, Jonah Hill e la ‘new-entry’ Richard Ayoade– dovranno sventare un’invasione aliena che comincia proprio dalla loro minuscola e apparentemente insignificante cittadina.

A meno che non vi aspettiate un capolavoro della comicità contemporanea, è difficile rimanere indifferenti a Vicini del terzo tipo del giovane Akiva Schaffer: o meglio, alcune gag sono già viste, ma è, come spesso accade, l’alchimia tra i quattro attori a funzionare e a far presa sul pubblico. Emerge tra questi l’inglese Richard Ayoade, che riesce a fare anche l’ironia sul proprio accento, in delle gag che il doppiaggio probabilmente rovinerà. Uscito dalla sit-com The It Crowd,  Ayoade è un volto da tenere d’occhio: con quegli occhiali e quell’aria da nerd sembra un personaggio di Big Bang Theory, senza rischiare però l’effetto macchietta, come i protagonisti di quella serie, e l’empatia col suo personaggio è assicurata fin dal primo momento in cui entra in scena. Nel cast merita attenzione anche lo sconosciuto (almeno in Italia) Will Forte che, come il cognome suggerisce, presenta una forza umoristica fuori dalla norma nelle scene in cui è presente.

La sceneggiatura, scritta tra gli altri da Seth Rogen, ha molte gag alquanto volgari per questo l’ingresso ai più piccoli è sconsigliato. L’effetto della pellicola risulta comunque più fresco rispetto a quello che offre la maggior parte delle commedie italiane vanziniane e non.

Vicini del terzo tipo è un film essenzialmente stupido che non si richiama ad alcun particolare messaggio se non quello già sentito migliaia di volte de ‘L’unione fa la forza’ oppure ‘Niente è più forte dell’amicizia’. Difatti la maggior parte dei critici statunitensi l’ha stroncato. Ma le risate, quelle di pancia, e un po’ di sana leggerezza non possono che essere consigliate.

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