Gomorra: scampia dice no alle riprese per la fiction sky (e ha ragione)

IL QUARTIERE CHE NON VUOLE ESSERE, ANCORA UNA VOLTA, STRUMENTALIZZATO

A calmare la situazione ci ha pensato il sindaco de Magistris tramite Facebook: “non appartiene a questa amministrazione il diniego di autorizzazioni che riguardano le varie attività culturali e comunicative ma siamo stanchi di vedere Scampia ridotta, anche sul piano dell’immagine e non solo nazionale, a territorio di conquista della camorra in lotta, come se a Scampia non esistesse altro al di fuori delle piazze di spaccio e della faida dei clan. Chiedo allora: perché i diritti televisivi pagati lautamente non vengono riconosciuti, per esempio, al finanziamento dei progetti delle associazioni e delle scuole impegnate sul territorio? Sarebbe non solo un segnale d’amore verso questo quartiere e questa città, ma anche un aiuto concreto per sostenere il cammino di emancipazione e riscatto che Scampia e Napoli stanno compiendo e vogliono continuare a compiere”. Ma lo scontro tra il presidente della municipalità Angelo Pisani e la produzione di Sky che vuole ambientare nel quartiere napoletano la fiction Gomorra tratta dal libro omonimo di Roberto Saviano e ispirata dal film di Matteo Garrone che vede alla regia Stefano Sollima (Acab). Operazione televisiva che segue il trend di Romanzo Criminale: prima libro, poi film e poi fiction.

Le motivazioni di Pisani sono nobili e inattaccabili: “Siamo già bersagliati dai tg e dai giornali di tutto il mondo. Credo sia ora di porre un freno a questo andazzo a senso unico, basta sfruttare mediaticamente i luoghi comuni: Scampia non è Bagdad”.

Lo stesso presidente in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno ha raccontato: “Alcuni giorni fa è venuto il titolare di un bar, di cui ho tutti gli estremi, chiedendo l’autorizzazione per compiere lavori di ristrutturazione. Sapete qual era il motivo? La produzione voleva far saltare il bar in aria per riprendere l’esplosione, salvo naturalmente ristorare il titolare per la ricostruzione del locale”.

Dall’altra parte, quella di Sky, Riccardo Tozzi, produttore di Cattleya, si dice sorpreso della polemica: “Ci sorprende molto il no del presidente della Municipalità. Non c’è una identificazione così precisa di Scampia, che nell’ambito della serie rappresenterà al massimo un 5%. C’è – dice all’Ansa – una grande varietà di ambienti e situazioni ma la cosa più importante è che la serie è quanto di più lontano dalla rappresentazione positiva della camorra, anzi da nel racconto grandissimo spazio a quei personaggi positivi del territorio che sono le altre figure del mondo di Saviano, quelli che lottano per cambiare le cose. Per questo – conclude Tozzi – la presa di posizione di oggi ci giunge così di sorpresa, aspettiamo un incontro con il sindaco, sperando non sia troppo impegnato con la campagna elettorale e siamo fiduciosi che si possano recuperare le riprese a Scampia dopo ulteriori chiarimenti”. Ma il punto non è quanto sia negativa la rappresentazione della camorra, ci mancherebbe che non lo sia, il punto è che, ancora una volta, un luogo del nostro paese viene stereotipato e poco importa se l’identificazione non sarà precisa (ma come fa a non esserlo poi se rappresenta il 5% degli ambienti?) importa che Scampia diviene, ancora una volta, rappresentato alla vulnerabile opinione pubblica come l’inferno di questa Italia degradando il suo degrado ancora di più.

Ovviamente anche l’autore del romanzo da cui tutto nasce dice la sua “la censura non salverà Scampia” ha tuonato Roberto Saviano, e con lui non si può essere che d’accordo. Scampia non verrà salvata dalla censura ma la speculazione di sicuro non le fa bene.

In conclusione ha ragione Ciro Corona, dell’associazione (R)esistenza, quando dice: “da anni (anche grazie a Gomorra) attuiamo un lavoro di decostruzione dei modelli camorristici, spingiamo i figli dei boss a tornare a scuola, a venire a lavorare sui beni confiscati alla camorra, a fare il ‘Pacco alla camorra’. Pensiamo che la spettacolarizzazione della vita del boss sia solo nociva per il percorso intrapreso ma soprattutto che il quartiere sia cambiato rispetto a quello che tu (Roberto Saviano n.d.r.) raccontavi qualche anno fa. Oggi c’è voglia di riscatto, di cambiamento, di libertà. Certo la camorra ammazza ancora e lo fa addirittura fuori una scuola ma oggi mentre loro ammazzano a Scampia ci son persone che si recano allo sportello anticamorra per denunciare, i ragazzi lavorano sui beni confiscati, lasciano il lavoro di sentinelle e tornano a scuola, vedono il poliziotto non più come lo sbirro infame. Ecco, il quartiere oggi è anche questo, non solo boss, vele, neomelodici e morti ammazzati”. E allora vogliamoci anche un po’ di bene e bando ai diritti d’autore. Raccontiamo una storia nuova che di magliette che ritraggono assassini come eroi, grazie a Romanzo Criminale, in giro ce ne sono già tante. 

About Il maleducato 108 Articoli
La nostra rubrica di satira, il modo migliore per essere sempre "irriverenti"