La scoperta dell’alba: pro e contro

LA REDAZIONE DI CONFRONTA SUL NUOVO LAVORO DI SUSANNA NICCHIARELLI

Presentato in anteprima al Festival Internazionale del film di Roma nella sezione Prospettive Italia, La scoperta dell’alba è il nuovo lungometraggio di Susanna Nicchiarelli ispirato dall’omonimo romanzo di Walter Veltroni, storia in cui la protagonista torna indietro nel tempo per recuperare ciò che le è stato sottratto.

La redazione che ha visto la pellicola in anteprima si confronta.

SI ADATTA AL GENERE CINEMATOGRAFICO?

SANDRA MARTONE: Qualunque romanzo, se rivisitato in alcune delle sue parti, può essere adattato al grande schermo. Le differenze tra il libro e il film, quindi, sono parecchie, ma non è questo il punto. Il punto è che la dimensione onirica su cui viaggia la storia, che nonostante la particolarità della trama comunque nel libro, attraverso le parole dell’autore riesce ad  sembrare plausibile, nel film perde la sua veridicità.

GIANLORENZO LOMBARDI: Si vede che la Nicchiarelli è appassionata di cinema! Perché la sua opera seconda presenta influenze da vari generi, mescolati con la passione e determinazione di una vera ‘cinephile’, pur con qualche ingenuità. Chi ha letto il libro di Veltroni ad ogni modo scoprirà alcune modifiche nell’adattamento cinematografico, a partire dal cambio di sesso della protagonista.

QUALE TIPO DI PUBBLICO POTREBBE CONQUISTARE?

S.M.: non è un dramma all’italiana anche se, essendo stato pubblicizzato come tale e avendo come protagonisti attori che lavorano spesso in quel tipo di film probabilmente richiamerà al cinema quel tipo di spettatore che con alta probabilità rimarrà deluso

G.L.:La scoperta dell’alba viene pubblicizzato come il classico dramma italiano, genere a cui si avvicina in parte, quando è una produzione atipica che potrebbe appassionare sia i fan del genere in questione sia i seguaci della fantascienza, proprio per il discorso sul contatto telefonico tra passato e presente che è a dir poco intrigante. Chi ad esempio non ha mai pensato di cercare di contattare il se stesso del passato per cercare di mettere a posto avvenimenti della propria vita?

LO CONSIGLIERESTI?

S.M.: Nì. La Nicchiarelli ha dimostrato in questa opera, come fece già con Cosmonauta, una bravura registica e un’attenzione per il particolare notevole. Se da una parte esteticamente il film è impeccabile e ha degli interpreti che lo aiutano in questo con i loro volti dall’altra non convince per pecche evidenti di sceneggiatura.

G.L.:A sorpresa, mi sento di consigliarlo, perché era da tempo che non vedevo un’opera di una giovane regista così diversa nel panorama alquanto scoraggiante del cinema italiano. La Nicchiarelli è stata capace di incrociare storia e percorso personale di un individuo in modo atipico e accattivante e anche se l’opera non manca di difetti, ha un’idea di regia chiara sia per quanto riguarda la direzione degli attori, sia per la cura nei dettagli. Una forza creativa che vorremmo vedere più spesso nelle opere dei giovani ‘autori’ italiani.  

Gianlorenzo Lombardi e

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