Oscar 2013: il regista emad burnat fermato all’aereoporto di los angeles

I POLIZIOTTI NON CREDEVANO CHE UN PALESTINESE FOSSE IN NOMINATION

Los Angeles in questi giorni è in fermento per i preparativi della serata degli Oscar del 24. La zona intorno al Dolby theatre è stata completamente bloccata al traffico, il tappeto rosso più famoso del mondo è ormai stato srotolato e la stampa internazionale ha già fatto sue le proprie postazioni.

Anche i controlli nell’aeroporto si sono fatti più meticolosi del solito ed ecco che in questi controlli, ed in una sana dose di intolleranza, è incappato Emad Burnat il co-regista e autore del primo documentario palestinese candidato all’Oscar.

Burnat era appena sbarcato con la moglie e il figlio di otto anni per partecipare alla cerimonia degli Oscar, ma l’ufficio immigrazione lo ha trattenuto per più di un’ora con l’intenzione di rimandarlo indietro perché riteneva falsa la storia della candidatura agli Academy Awards. “La scorsa notte, dopo essere arrivato dalla Turchia a Los Angeles, io e la mia famiglia siamo stati trattenuti per più di un’ora dall’ufficio immigrazione dove ci è stata chiesta la ragione della nostra visita negli Stati Uniti” ha spiegato Burnat. “Gli ufficiali dell’immigrazione mi hanno chiesto di produrre una prova della nomination agli Academy Award per il documentario 5 Broken Cameras. In caso contrario con mia moglie Soraya e mio figlio Gibreel saremmo stati immediatamente rimandati in Turchia. Dopo quaranta minuti di domande su domande eravamo ancora in attesa, ma io gli ho detto semplicemente la verità”. Ad aiutare il regista palestinese è intervenuto il collega Michael Moore che, informato dei fatti, ha allertato l’Academy perché contattasse i propri avvocati e ha chiamato personalmente gli agenti dando loro il proprio numero. Inoltre Moore si è immediatamente attivato sui social media per rendere pubblica la vicenda dichiarando: 5 Broken Cameras non è solo uno dei migliori documentari dell’anno, ma è uno dei più bei film di questa annata. Lo metterei sullo stesso piano dei grandi film di finzione prodotti.”

Burnat ha dichiarato“Anche se questa è stata un’esperienza spiacevole ci sono abituato. È una cosa che ai palestinesi capita ogni giorno nel West Bank. Ci sono più di 500 checkpoint israeliani, posti di blocco e altre barriere che impediscono la libera circolazione e non è passato un singolo giorno in cui moglie e io non abbiamo sperimentato questo trattamento. Questo è stato un piccolo esempio di ciò che il mio popolo vive ogni giorno.”

La brutta avventura del regista è finita bene e lui potrà godersi la magica serata e magari vincere anche l’ambito riconoscimento.

Sandra Martone

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