A proposito di Davis: recensione film

IL RITRATTO, IN PERFETTO STILE COEN, DI UN IRRESISTIBILE PERDENTE. A PROPOSITO DI DAVIS

A proposito di DavisGENERE: commedia

DATA DI USCITA: 6 febbraio

DURATA: 105′

VOTO: 3,5 su 5

All’ombra di quelli che poi sono diventati i colossi della musica negli anni 60’ girava per le vie di New York, in particolare nel Greenwich Village, un cantautore che ad oggi in molti, forse troppi, hanno dimenticato. Il suo nome era Dave Van Ronk. Ed è proprio lui, il musicista folk amico di Bob Dylan, ad aver ispirato l’ultima opera dei fratelli Coen in cui viene chiamato  Llewin Davis.

Si entra per la prima volta in contatto con Llewin vedendolo esibirsi su un palco e diversamente non potrebbe essere. Canta un paio di pezzi, poi esce dal bar e viene picchiato. Llewin, che vive come nomade approfittando di divani di amici o semplici conoscenti, faceva parte di un duo chiamato Timlin & Davies che aveva anche inciso un disco. Ora di quel passato mediocre nella gloria rimane poco e nulla. Un giorno, dopo aver passato la notte a casa di un professore, il cantante chiude la porta dopo che il gatto del padrone di casa è scappato e da lì, per tutta la durata del film, avranno inizio le sue continue disavventure.

A proposito di Davis è un film che riassume parte della cinematografia di Coen ricordando, più di ogni altro lavoro diretto dai due fratelli, A serious man.

La firma dei cineasti però non è solo nel personaggio, interpretato da un perfetto Oscar Isaac, ma anche nella parte on the road e nella colonna sonora, adatta ai tempi storici del racconto e commovente come il protagonista del lungometraggio.

Guardando la pellicola si rivivono emozioni e tornano in mente scene, come se le immagini fossero odori per dirla alla Proust, di Fratello dove sei?, Barton Fink e L’uomo che non c’era.

“Non connetti col pubblico” tutti dicono a Davis ma lui non molla e continua a vagare per il Greenwich Village mentre chi lo incontra lo guarda dall’alto in basso. Il quartiere newyorkese viene mostrato per la prima volta nel film dai geniali Coen dagli occhi del gatto, dal basso, quasi a farci capire immediatamente l’altezza da cui uno come Davis sta guardando il mondo della musica e quello che lo circonda immerso nei continui rifiuti e alle prese con persone che non lo stimano: Mel il suo discografico non lo paga, Jean (Carey Mulligan)  continua a ribadirgli che tutto ciò che tocca diventa merda ma anche il suo amico Jim non è gentile con lui (Justin Timberlake) mentre sua sorella  vede negli insuccessi dell’uomo ripetersi il destino dei loro genitori musicisti perditempo. Affetti umilianti e incontri non da meno come quello con Roland Turner, un importante suonatore jazz che con arroganza sottolinea il peso del suo successo in ogni momento.

A proposito di Davis è un’opera complicata che riesce non mancare mai di ritmo, è un lungometraggio costruito tutto intorno a un uomo e che descrive un’epoca senza mai cadere nella malinconia ma avvalendosi dello humor tipico di chi la dirige.

Gli anni 60’ visti dagli occhi e dall’umorismo dei Coen non sono mai sembrati così cattivi e così belli.

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