Il cecchino: pro e contro sul thriller

LA REDAZIONE SI CONFRONTA SULL’ULTIMO FILM DI MICHELE PLACIDO 

Michele Placido torna sul grande schermo con un film commissionatogli oltralpe. Con quello che lui stesso, forse a torto e per rabbia della scarsa qualità del cinema nostrano degli ultimi anni, ha definito il suo Romanzo Criminale francese.

La redazione confronta i suoi giudizi su Il cecchino:

IL FILM MANTIENE LO STILE DEL REGISTA?

VALENTINA CALABRESE: Inequivocabilmente sì. Il Cecchino è un film che è stato scritto pensando a Michele Placido come regista, al quale è stato chiesto di esportare il suo stile e metterlo al servizio di questo romanzo criminale francese. È stato, infatti, per espressa volontà dei due sceneggiatori francesi, Cedric Melon e Denis Brusseaux, i quali avevano particolarmente apprezzato Romanzo Criminale, che il film fosse diretto da Michele Placido. Spinto dalla scarsa attività cinematografica in Italia e dalla curiosità nel dirigere un polar francese, interpretato poi da attori magistrali come Daniel Auteuil, Mathieu Kassovitz, Olivier Gourmet, Michele Placido, porta a casa il suo risultato, alla sua maniera. Dirige con il suo stile tradizionale, con una fotografia cupa, fredda da film noir e un montaggio serrato che acuisce la tensione della storia. Purtroppo però, a conti fatti, Il Cecchino è un film che non lascia il segno perché manca dell’anima fervida presente in Romanzo Criminale. Si nota dunque una differenza tra il Placido autore e il Placido interprete, e io preferisco la sua versione autoriale.

SANDRA MARTONE: per quanto riguarda l’aspetto puramente stilistico della regia sicuramente la firma di Michele Placido è inequivocabile. Ma se ci soffermiamo sulla storia, invece, è palese che Il cecchino sia stata una pura commissione, manca di quell’anima che ha fatto di Romanzo criminale un vero e proprio cult.

QUALE TIPO DI PUBBLICO POTREBBE CONQUISTARE?

VC: Conquisterà senza dubbio una larga parte di pubblico e in particolare coloro che sono attratti dai polizieschi di stampo francese, dai noir alla vecchia maniera. In questo film c’è tutto, dalla storia di criminalità, alla storia d’amore, dalla violenza, alla redenzione.

SM: Gli appassionati di polizieschi troveranno la pellicola sicuramente piacevole, ma nulla di più. Questo ibrido che unisce la cura registica di Placido e la tradizione di cinema di genere francese non è altro che un’opera sufficiente senza infamie e senza lodi.

Saranno apprezzatissimi gli attori francesi del film e il dinamismo del lungometraggio che svanisce ogni volta che Luca Argentero e Violante Placido entrano in scena. E se del primo si può, perlomeno, apprezzare lo sforzo della seconda, che interpreta una sorta di Penelope da thriller, è impossibile apprezzare qualcosa.

LO CONSIGLIERESTI?

V.C.: Lo consiglio, certo. Tra l’altro di questi tempi al cinema, la scelta di qualità è così ridotta che Il Cecchino si meriterebbe un Oscar.

S.M.: Lo consiglio in una sera d’inverno piovosa. Da guardare sul divano di casa.

Scritto da Sandra Martone e…

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