Star trek – into darkness: recensione film

thumb_notizie-1IL SALTO NELLO SPAZIO DI J.J. ABRAMS DIVERTE SENZA APPASSIONARE VERAMENTE

GENERE: Fantascienza

USCITA IN SALA: 12 giugno 2013

Spazio, capitolo secondo. La frontiera è senza limiti, civiltà evolute e preistoria intergalattica si fondono insieme e le possibilità sono sconfinate. Lo è anche il nero su bianco di una sceneggiatura da pescare, quel jolly di valore posto nel mazzo enorme di fantasia e creatività. In questo scenario, J.J.Abrams e il suo team di prolifici scrittori di cinema ha individuato in Khan, un portentoso Benedict Cumberbacht, il villain perfetto da contrapporre a Kirk e Spock in Star Trek: Into Darkness.

Un tuffo nelle tenebre dell’universo, penserete voi, invece no, si tratta di un vortice di psicosi legato ad una mente superiore, malvagia e letale, che si annida nel corpo di un umanoide con cui prima allearsi e poi sconfiggere. “I nemici dei miei nemici sono miei amici”, tuona il capitano dell’Enterprise, peccato sia un teorema di difficile applicazione pratica che trova molte falle, quasi quanto quelle che restano sullo scafo della nave spaziale dopo ogni cruenta battaglia.

Cannoni fotonici e siluri stellari, la corazzata USS fronteggia nuovamente una minaccia globale armata di solo coraggio, altruismo e sana amicizia. Basterà per riuscire a fermare un complotto di tali dimensioni? La situazion è complicata, talmente complessa che nemmeno George Lucas troverebbe velocemente una soluzione al problema. Abrams calca la mano sul suo reiterato istrionismo registico, godibile nella visione ad effetti speciali (notevoli), scarno in quanto ad originalità narrativa.

Il confronto con il primo episodio è inevitabile, il risultato lontano galassie luce dall’impatto immaginifico che aveva avuto il reboot del 2009, ma questo nuovo capitolo vuole semplicemente indagare una delle tante avventure vissute da James Tiberius e dal suo primo ufficiale vulcaniano e di questo gliene va dato atto: senza pretese il giudizio si ammorbidisce. La verità è che lo scontro a fuoco tra i personaggi non decolla mai come dovrebbe, la battaglia infuria ma la distrazione è alle porte, ci si limita ad osservare con gusto i momenti ironici intervallarsi con la gioia dell’azione.

Si torna bambini e sognatori, il tocco di JJ si riconosce e l’occhio comincia a vagare lontano, certo nemmeno il paragone con Super 8 ha valore statistico, ma quel sogno universale di varcare la frontiera dell’ignoto, in questo singolo specifico caso, rimane un’ambizione non colmata. Ci sarà tempo, voglia e magari altro spazio per raccontare un terzo capitolo. Le vie del signore sono infinite.

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