The best of: i cinque migliori film italiani della stagione

L’ESTATE È ARRIVATA, L’ANNO CINEMATOGRAFICO STA FINENDO ED ECCO LA TOP FIVE DEI NOSTRI FILM PIÙ BELLI

grande bellezza Sono stati consegnati venerdì sera quelli che, forse con un po’ di enfasi tutta italiana, vengono, da noi, considerati gli Oscar del Belpaese. I David di Donatello hanno incoronato come film dell’anno La migliore offerta regalando alla pellicola e al suo regista Giuseppe Tornatore ben sei statuette.Ma ricapitolando la, non buonissima, annata del cinema nostrano ecco quali sono per la redazione i cinque migliori film made in Italy della stagione cinematografica 2012-2013.

5) Miele: Valeria Golino stupisce come regista forse più di come abbia mai realmente fatto come attrice. Applaudita al 66° Festival di Cannes la neo cineasta con Miele ha portato nelle sale una storia del A nome tuo, romanzo di Mario Covacich. Una storia non facile da girare e proporre in un’Italia dove il suicidio assistito è ancora tabù. Una storia che ha come protagonista una bravissima Jasmine Trinca nei panni di Irene una donna che per lavoro decide di aiutare le persone a morire finché non incontra un uomo che vuole morire pur non essendo malato…

4) Alì ha gli occhi azzurri: amato al Festival del cinema di Roma da pubblico e critica Alì ha gli occhi azzurri, opera prima del regista Claudio Giovannesi, racconta la settimana di un ragazzo egiziano, Nader, dagli occhi scurissimi che nasconde sotto lenti azzurre quasi per mimetizzare la sua origine difficile da accettare in un’Italia e in una periferia romana che non è abituata al diverso. Tra un amore puramente cinematografico e funzionale al racconto e una riflessione profondissima sulla condizione psicologica degli emigrati il lungometraggio è sicuramente uno dei film più belli della stagione cinematografica italiana di quest’anno e la fonte della nascita di un cineasta che, se continua su questa linea, ha le carte in tavola per diventare uno dei registi più promettenti della nuova generazione.

3) Viva l’Italia: Massimiliano Bruno con la sua ironia ha portato in sala nell’inverno cinematografico italiano una commedia corale esilarante in grado di attaccare con forza falsità della nostra politica usando una sceneggiatura che ha al centro una domanda: Cosa accadrebbe se un politico, in seguito a un incidente, fosse colpito da una malattia che gli impedisse di mentire? La risposta che il regista nel suo Viva l’Italia tocca le corde più profonde e più drammatica della realtà del nostro paese.

2) Viva la libertà: Roberto Andò ha portato sul grande schermo il suo romanzo Il trono vuoto e, complice una storia e una sceneggiatura estremamente contemporanea e uno straordinario Toni Servillo, tramite l’escamotage non nuovissimo dello scambio di persona con Viva la libertà dirige una profonda, divertente e amara commedia sull’Italia contemporanea, sui suoi bisogni e sulla sua politica.

1) La grande bellezza: amato, odiato, privo di sceneggiatura, un circo, puro esercizio di stile, il nulla, brutto. Brutto esattamente com’è brutto l’ambiente dei salotti romani, quello stesso ambiente che in cui un tempo nacque la migliore letteratura e il miglior cinema che l’Italia abbia mai avuto. Questo Paolo Sorrentino racconta in un lungometraggio difficile da digerire, difficile da amare soprattutto, per chi di quegli ambienti fa parte, difficile da accettare perché il guardarsi in uno specchio deformante da sempre un po’ di fastidio. Al di là dei giudizi soggettivi e di parte quello che è certo è che la regia di Sorrentino è impeccabile nel suo accarezzare e mostrare una Roma, La grande bellezza, ossimoro del niente che ritrare il suo film.

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