Se son rose: il cortometraggio

UN PUGNO DI MINUTI PIENI DI POESIA E SPERANZA NEL CORTO DI RICCARDO BANFI

In un panorama cinematografico che non spicca certamente di fantasia e che se riesce ad avere una buona idea spesse volte è gestita molto male il cortometraggio, insieme al cinema indipendente, sta diventando la forma più coraggiosa di settima arte che l’Italia, in questo momento storico, ha.

Di certo non è facile raccontare personaggi, senza privarli di una buona introspezione, e una storia in un arco di tempo che conta meno di 30 minuti eppure sembra proprio che quando qualcosa da dire c’è la si possa esprimere anche in un budget risicato e in un tempo poco generoso.

Tra gli esponenti di spicco del panorama dei corti italiani da qualche anno Riccardo Banfi si sta facendo strada. Milanese di nascita, Banfi, ha una laurea in statistica ma la sua carriera registica è partita dal montaggio in una casa televisiva meneghina. Bibliotecario di professore il cineasta ha mietuto diversi successi come regista: nel 2010 Buonanotte è arrivato finalista ai Davis di Donatello, gli Oscar nostrani, mentre nel 2011 ha aperto con Il trucco la 65° edizione dei Nastri d’argento.

Ultimo premio in ordine di tempo è stato quello ricevuto con il cortometraggio Vite il Premio Cinema e Vini 2013 assegnato da cinemaitaliano nel contesto del Festival Laghidivini di Bracciano.

Tra i cortometraggi di Banfi spicca per poetica leggerezza Se son rose il suo sesto lavoro prodotto nel 2011.

Se son rose è la storia di un ragazzo (Ettore Scarpa) innamorato di una fioraia (Emanuela Mascherini) che tenta in tutti i modi di inventare una rosa che non muore mai, ma non ha il coraggio di dirglielo.

Come già detto non è facile, in pochi minuti che in questo caso sono solamente 8,30, ritrarre con la telecamera dei personaggi eppure Banfi in questo suo corto ci riesce alla perfezione: la timidezza del protagonista, la sua dolcezza, la sua testardaggine sono perfettamente mostrate allo spettatore tanto nei monologhi, quanto nei silenzi.

Con un’attenzione più che cinematografica ai dettagli, alle espressioni Se son rose è una splendida fiaba dove non vince la perfezione di gesti o personaggi ma l’imperfezione dei suoi protagonisti che intenerisce e abbraccia chi li guarda: in pochissimo tempo si fa il tifo per loro e poi Se son rose non sfioriranno.

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