Venezia 70 – Summer 82. When Zappa came to Sicily: recensione film (fuori concorso)

UN DOCUMENTARIO DI TANTE STORIE INCONSAPEVOLMENTE DIRETTE DAL ROCKER

Nel 1983 Frank Zappa pubblicò un album dal titolo The man from Utopia. La storia vuole che il nome del lavoro tragga origine da un classico Doo-wop composto da Donald Doris Wood, a cui Zappa si ispirò per una cover, ma questa non è la sola verità riguardo al disco: The man of Utopia, oltre ad essere una citazione, è anche una frase biografica che il rocker scelse in quanto l’album venne inciso dopo un tour dell’artista in Italia. Utopia è l’Italia, è quel paese dal quale, dove come sosteneva il padre di Zappa nato a Partinico, tutto è nato ma dove ora vivono persone fuori di testa.

Il cineasta Salvo Cuccia nel suo documentario Summer 82. When Zappa came to Sicily unisce almeno quattro storie, tutte legate al mito di Zappa, ognuna diversa dall’altra: partendo dal ricordo del viaggio con suo padre per arrivare al concerto che il rocker tenne il 14 luglio del 1982 a Palermo, concerto dove la nostra Utopia-Italia si dimostrò – come altre volte anche dopo – non essere in grado di ospitare eventi di un certo calibro, il regista siciliano racconta, attraverso anche gli aneddoti di un caro amico del rocker, il tour che avvicinò il cantante alle sue origini e il viaggio che, più di 30 anni dopo, avvicina la moglie Jilian e i suoi figli alla famiglia Zappa ancora residente in Sicilia.

Tra commozione, colpi di scena, immagini di repertorio che fanno sentire la mancanza del genio Zappa, e un rispetto ammirevole del cantante che emerge nei confronti della sua famiglia che con niente e dal niente emigrò in Florida, Cuccia intreccia alla perfezione tutti i racconti del suo docu-film: Frank padre premuroso rivive negli occhi lucidi dei suoi figli e nella felicità che provano quando Partinico li abbraccia dedicando aule e strade al cantante, il musicista istrionico lo si rivede in esibizioni meno conosciute e si ritrova la sua ironia nei racconti del caro amico, un altro padre, meno famoso, lo conosciamo nel ricordo di quel viaggio verso Palermo dove il regista, suo figlio, non arrivò mai.

È frequente che la musica si fonda con la vita diventando colonna sonora di un ricordo. La fortuna di Cuccia è stata quella di poter raccontare qualcosa di suo, la bravura è stata quella di unirla a qualcosa che è diventato ora nostro, il privilegio è, per gli attori e gli spettatori di questo lavoro,  quello di aver scoperto qualcosa di prima sconosciuto.

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