
CHIUSO IL PRIMO E PIU’ IMPORTANTE, ORA LO SCETTRO PASSA AD ALTRUE DUE CITTÀ ITALIANE
Il bilancio della Mostra di Venezia numero 70 è stato più che positivo, partito con gli onori del caso vista la “età”, il Festival di Cinema più antico del mondo ha avuto una vetrina glamour di notevole importanza, pur risultando assolutamente mediocre nei contenuti proposti. Il guizzo finale del Leone d’Oro finito nelle mani dell’italiano Gianfranco Rosi grazie al suo Sacro Gra, ha riportato lustro in laguna e ridato speranza alle nostre produzioni.
Considerata Venezia come una pura passerella festivaliera, quindi inondata di divi americani, italici, europei e colma di star asiatiche dai nomi talvolta impronunciabili e dalle opere con linguaggio più che discutibile, possiamo dire che il risultato ottenuto supera le aspettative. Numeri alla mano gli operatori di settore c’erano, qualche buona pellicola anche e le film delegation che sciamavano sul lungomare Marconi hanno avuto molto da lavorare.
Ora, archiviato settembre o quasi, si pensa già al prossimo step di casa nostro, anzi ai prossimi due, dato che a novembre e quindi tra un paio di mesi esatti ci sarà la kermesse di Roma, il Festival del Film diretto da Marco Muller. Qui si punterà forte sul mercato del film, con Via Veneto a farla da padrone, si punterà al lignaggio degli ospiti e sulla sperimentazione delle opere fuori concorso. Qundi premiere ed extra quali nuovi orizzonti della cinematografia internazionale.
Chiuderemo poi il trimestre autunnale con il TFF, il Torino Film Festival, giunto anch’esso ad un traguardo prestigioso, l’edizione numero 31 con Paolo Virzì in cabina di comando. Qui le prime mondiali saranno di meno, ma l’attenzione verrà focalizzata sui lavori dei giovani e sul recupero di maestri dimenticati, una mission importante che da anni tiene alto il nome della rassegna, ormai incentrata sul connubio tra digitale e storia del cinema. Ci aspetta una lunga processione di film, speriamo di aver abbastanza appetito: che la critica cominci.