Questione di Tempo: recensione film

RICHARD CURTIS SCRIVE E DIRIGE UNA COMMEDIA ROMANTICA DAL TOCCO DELICATO E FIABESCO

locandina questione di tempoGENERE: commedia

DATA DI USCITA: 7 Novembre 2013

DURATA: 123′

VOTO: 4 su 5

Cosa fareste, voi, se avreste la possibilità di viaggiare nel tempo, a ritroso, per rivivere situazioni passate che magari non sono andate come sperato, così da modificarle e rendere la vostra vita, diciamo, perfetta?

No, per favore, non pensate ai soldi. Pensate piuttosto all’amore, quello unico, irraggiungibile e magari nascosto. Il meccanismo è semplice, funziona così: vi chiudete in un posto buio, stringete i pugni e verrete catapultati in quella festa scolastica dove c’era la ragazza dei vostri sogni e magari questa volta troverete le parole giuste da usare per il bacio tanto sperato. Oppure penserete a quel giorno che avete fatto arrabbiare vostra zia dopo aver fatto cadere la torta appena preparata, ma ‘sta volta non succederà, starete più attenti. Ecco, ad avere un potere del genere, c’è da uscirne pazzi.

Lo sa bene Tim Lake (Domhnall Gleeson) che a 21 anni scopre di poter viaggiare nel tempo, lui così come i membri maschili della sua straordinaria famiglia. Tim non può cambiare la storia, ma può rivedere e modificare la sua vita come vuole. Da sempre impacciato con le ragazze Tim, aiutato dai consigli del padre (Bill Nighy) e dai viaggi nel tempo, riuscirà a trovare la sua anima gemella, la bellissima Mary (Rachel McAdams), con un sorriso da sogno e un cuore grande grande.

Tutto ciò è Questione di Tempo, una favola moderna che irradia di positività, bellezza e di un amore, elevato, poetico, potente. Richard Curtis alla regia è una garanzia quando si parla di sentimenti, lo troviamo dopo aver scritto e diretto alcune delle migliori commedie contemporanee (Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill e Love Actually) con il suo solito tocco garbato, divertito e malinconico allo stesso tempo, ricercato ed estremamente colorato. Curtis, nel film, disegna una ricerca del futuro che va presa attimo dopo attimo, spinge lo spettatore ad un confronto diretto con la bellezza nascosta dall’ansia di un tempo troppo veloce per chi si ferma a sognare guardando le stelle. Il fulcro di Questione di Tempo è, ovviamente, l’amore, quello che ci rassicura ma che al contempo ci distrae, ci turba. L’amore minato dall’instabilità, eterni sentimenti intrisi nel genere umano che sono in continuo contrasto, generando in noi ordine e caos, l’imprescindibile bellezza dell’esistenza.

Chiudendo gli occhi, come fa il protagonista del film, andiamo alla scoperta delle forme, della stabilità, della concretezza ma non ci accorgiamo che è già tutto dentro di noi; l’inizio e la fine del nostro percorso, le scelte, Dio e l’irrazionalità che ci permette, ancora una volta, di provare stupore mentre siamo immersi negli occhi della persona che ha la nostra stessa essenza, armonica e perfetta. La semplicità delle forme, l’abbaglio di un sorriso, l’abbraccio di un padre e un bacio sotto la pioggia, ridendo e piangendo contemporaneamente, Questione di Tempo è un trattato su come dovrebbe essere l’amore. Chiudiamo gli occhi, stringiamo i pugni ed innamoriamoci, nella vita non serve altro.

 

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