Sole a catinelle: recensione film

ZALONE TORNA SUL GRANDE SCHERMO TRA CRISI ECONOMICA E VIAGGI LUSSO

Sole_a_catinelle_posterGENERE: commedia

DATA DI USCITA: 31 Ottobre 2013

DURATA: 90’

VOTO: 2 su 5

 Zalone atto terzo: perché se è vero il detto che non c’è due senza tre, mai come in questo caso può valere la saggezza dei nostri avi. Checco Zalone rappresenta infatti un prodotto mediatico nazional popolare e dopo l’enorme successo dei due film precedenti era lecito attendersi che la TaoDue decidesse di investire di nuovo sul prodotto di Zelig. Un ritorno in sala dopo oltre un anno lontano dal palcoscenico, necessario all’attore per metabolizzare i guadagni stellari del precedente Che bella giornata (oltre 40 milioni di euro), film italiano col miglior incasso della storia.

L’attore capisce che ripetersi e confermarsi è ben più difficile che ottenere il successo e allora si limita in questo progetto al compitino, a far quello che gli riesce meglio: il Zalone che tutti conosciamo. Quello capace con la sua ingenua ironia di sbertucciare tutto l’esistente. Per questo motivo, in questo contesto, la sovrastruttura narrativa altro non è che un mero espediente per permettere al cabarettista di esprimere i suoi tempi comici. Forzata risulta quindi la scelta di raccontare il tentativo di riavvicinamento tra un padre e figlio durante le promesse vacanze estive.

Un padre rappresentante di aspirapolvere e vittima della crisi che si ritrova in bolletta e con tanti soldi da restituire dopo aver finanziato acquisti costosi a suon di rateizzazioni. E così Zalone deve riprogrammare la vacanza da sogno promessa al figlio e fare quello in cui noi italiani ci distinguiamo più di altri; arrangiarsi. L’ottimismo però non manca a Checco per affrontare con il piccolo Nicolò un viaggio all’avventura che lo porterà, come immaginabile, a ritrovare se stesso e a riconquistare l’amore della moglie che lo aveva scaricato per la sua tendenza a indebitarsi.

Il tentativo di Sole a catinelle è quello semplice di un minestrone dai molteplici ingredienti d’attualità come la crisi, la responsabilità dell’alta finanza, la chiusura delle fabbriche e la forza di chi lotta per arrivare a fine mese, mescolati insieme con un altro aspetto tanto caro al cinema di Zalone: la provincialità. Il tutto condito con la immancabile presenza di una bella protagonista femminile straniera Zoe (Aurore Erguy), mamma di un bambino coetaneo di Niccolò con il quale condivideranno le vacanze

Per tutti gli amanti della maschera del comico pugliese il film risulterà quindi un altro capitolo imperdibile della sua filmografia. Per tutti gli altri (compreso chi scrive) non mancheranno momenti di ilarità sparsa, incapaci però di giustificare cotale consenso.

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Onnivoro cinematografico e televisivo, imdb come vangelo e la regia come alta aspirazione.
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