Il Sud è niente: recensione film

UN DRAMMATICO RACCONTO DI VITA NEL SUD ITALIA

Il sud è niente locandina filmGENERE: drammatico

DURATA: 90′

USCITA IN SALA: 5 Dicembre 2013

VOTO: 3 su 5

Del Sud Italia, se ne parla spesso. Si dice addirittura che sia una realtà a se stante, che sia quella parte di italianità radicata nelle sue radici, ostile al cambiamento ed a ogni sorte di apertura verso un mondo globalizzato in continua evoluzione. Forse, come sempre, la verità è nel mezzo, e mentre noi scriviamo, c’è chi pensa a come uscirne e a chi invece piace così com’è. Il Sud grazie a Fabio Mollo è sbarcato prima al Festival di Toronto, vetrina fondamentale da qualche anno a questa parte del panorama cinematografico mondiale, e ora è il turno del Festival di Roma, con Il Sud è Niente.

La storia che viene raccontata è quella di una famiglia distrutta e alla deriva dopo la morte del figlio Pietro. La macchina da presa segue in particolare le vicende dell’adolescente Grazia, sorella di Pietro, che ha reagito alla perdita in maniera violenta e allo stesso tempo chiudendosi a tutto ciò che la circonda. Tranne la nonna, la mamma del padre, che è il filo di collegamento tra le due personalità forti della famiglia. La scuola non va, la pescheria non hanno più i soldi per pagarla, il rapporto tra loro peggiora. Eppure Grazia è convinta che il fratello sia vivo e che il padre le abbia detto una bugia.

La regia di Mollo cattura bene il dolore e la rabbia della perdita prematura di un componente fondamentale della famiglia, grazie al quale vengono aperte diverse questioni che riguardano in particolar modo la parte meridionale della nostra penisola. Dal racket alla mafia, dal problema dell’istruzione alle famiglie che vengono lasciate completamente a loro stesse, alla superstizione. Un calderone di argomenti trattati in parte superficialmente, che sembrano messi solo perché funzionali al discorso legato al Sud Italia. Con questa scelta registica le questioni però vengono solo accennate e l’unica approfondita è quella familiare: in particolare il rapporto padre figlia e la ‘metabolizzazione’ di una morte che proprio non riescono ad accettare. Tanto da far capire che Grazia, dall’aspetto fisico molto maschile, è come se volesse incarnare lei stessa la figura del fratello per farlo tornare in vita, perchè proprio non vuole lasciarlo andare.

La mancanza de Il Sud è Niente è nel non aver troppe ambizioni, nonostante una buona regia accompagnata da una fotografia interessante e delle ottime interpretazioni artistiche. Oltre a Vinicio Marchioni, il cui pathos ormai lo si conosce anche nei ruoli in cui è un uomo ‘freddo’, per la prima volta sul grande schermo Miriam Karlkvist e Andrea Bellisario, che esordiscono con un’ottima ed intensa prova, passando, almeno in questo contesto, ampiamente l’esame.

 

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