Lei: recensione film

LEI E’ UNA STORIA POETICA CHE RACCONTA UN AMORE INTENSAMENTE VERO

HER LOCANDINA FILMGENERE: commedia/fantascienza

DURATA: 109′

USCITA IN SALA: 13 Marzo 2014

VOTO: 4,5 su 5

Quando le storie d’amore finiscono tutto sembra nero. Improvvisamente il futuro è incerto, lontano, come se non si riuscisse più ad andare avanti. Figurarsi quando si pensa che non sia una persona qualunque ad essersene andata, ma quella della vita. In altre parole, uno di quegli amori che quando si decide di mettere un punto muore per sempre anche una parte di noi: il cuore è a pezzi, l’anima spenta, la ragione annebbiata. Ma come tutti sappiamo, prima o poi tutto passa. Perchè la vita va avanti, va vissuta e non ci si può permettere di perdere neanche un minuto. Gli esseri umani sono fatti di sentimenti e ragione, e senza di loro appassiscono come i fiori. E poi siamo in ballo e non possiamo lasciare i remi proprio quando subentra una tempesta, perchè c’è un tempo per tutto e tante cose che aspettano solo noi. Un arrivo, prima o poi, deve esserci. L’ultimo film di Spike Jonze è questo e molto altro, è un racconto di una persona romantica che è alla continua ricerca di nuovi sentimenti d’amore.

Lei è la storia di Theodore (Joaquin Phoenix), che sta attraversando un momento critico della sua esistenza, dovuto al divorzio con Catherine (Rooney Mara), la donna con la quale è cresciuto e che rappresentava la sua unica certezza. Spaesato, confuso, solo, un giorno vede la pubblicità di un sistema operativo creato per interagire con le persone. Incuriosito, ne acquista uno. Si chiama Samantha e con lei inizierà un rapporto vero, sincero, totale. Uno di quelli che non ha mai avuto il coraggio di instaurare con nessun altro al mondo, per la fragilità di esporsi interamente. La confidenza dei due però ad un certo punto diventa qualcosa di più, tanto da dire agli amici che è fidanzato con lei. Ritrovata la forza d’animo, Theodore è di nuovo felice e equilibrato. Ma come tutte le storie, prima o poi, una crepa arriva a distruggere il caloroso ma fragile nido di cristallo.

Spike Jonze, con la sua fantasia senza limiti, ambienta il film in un futuro indefinito dove la tecnologia è parte integrante del vivere quotidiano. L’uomo è ormai abituato a esserne in contatto tanto che i videogiochi entrano letteralmente negli appartamenti delle persone, la funzione vocale è l’unico mezzo con il quale si adopera e uno strumento delle dimensioni di un telefono può essere considerato tranquillamente una fidanzata con la quale organizzare un’uscita a coppie. Tra ironia e genio creativo, la narrazione segue gli sviluppi dell’amore virtuale, un amore talmente intenso e apparentemente reale che quasi si arriva a credere nella vera esistenza di Samantha. Tra litigate, rapporti sessuali, presentazioni e parole d’amore, quel che viene da pensare è che, per quanto irreale, agli impulsi del cuore non c’è ragione che esiste: la forza del sentimento annienta qualunque barriera, la ragione ritrova la sua unica via. Jonze però, attraverso la vicenda di Theodore, arriva anche ad un altro punto: tutto ha una fine e a volte bisogna arrendersi. Meglio aver provato determinate emozioni che non averle provate mai. D’altronde i sentimenti cambiano esattamente come le persone.

Con Lei, un film delicatamente poetico e particolare, Jonze tocca le corde del cuore girando una storia universale, toccante al punto da sentirla propria. Il tutto anche grazie a dialoghi talvolta troppo retorici ma convincenti, ad una fotografia suggestiva e colorata e all’interpretazione di un one-man-show d’eccezione, Phoenix, che rende un dolore cinematografico, quello di chiunque. Almeno per chi, anche solo una volta, è stato innamorato.

 

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