Roma Film Fest – A caccia di lucciole: Alice nella Città parte forte

CI AUGURIAMO CHE UN’OPERA INTENSA COME QUELLA DI PRIETO TROVI ADEGUATA DISTRIBUZIONE IN ITALIA

Il primo giorno del Festival Internazionale del Film di Roma l’occhio mi cade su un titolo in concorso di Alice nella città, la sezione autonoma e parallela del festival dedicata alle giovani generazioni: Cazando Luciernagas (A caccia di lucciole) di Roberto Flores Prieto, una produzione colombiana. La sinossi racconta di uomo solitario, vigilante in una miniera di sale abbandonata, che grazie ad un cane ad una figlia che non sapeva di avere, ritrova la gioia di vivere.

A caccia di lucciole invece è molto di più. La desolazione di una vita appartata, senza sorrisi e senza speranze, di un moderno, volontario, consapevole, naufrago. Ha un cane che non ha un nome, un collega che sente per radio che lo costringe ad una barzelletta al giorno, un fumetto da leggere e la spesa per sopravvivere a domicilio. Un giorno una tredicenne arriva nel suo regno di solitudine.

Cosa può dire un uomo ad una ragazzina che non sapeva essere sua figlia? Quali parole può usare un uomo disabituato ad ogni forma di dialogo con i suoi simili? Non c’è buonismo, non si strizza l’occhio allo spettatore. Il suono della natura, lunghi silenzi, grandi occhi. Lentamente, così come sarebbe nella realtà, i due imparano a parlarsi perché legati da qualcosa che vince su tutto, la vita.

Il regista Flores Prieto spiega che è un film sulla paternità e sulla scoperta dell’identità. Lo scrittore e co-sceneggiatore Carlos Franco Esguerra parla di uomini come cacciatori di lucciole, ricercatori di lampi di bellezza che appaiono per attimi e scompaiono nell’oscurità dell’anima umana. Da spettatrice, posso dire che questo è un film che racconta la verità, la profondità dell’amore tra genitori e figli. Quindi al di là dell’ottima regia, della fotografia, della musica, di due attori bravissimi (Marlon Moreno, interpreta Manrique, il padre, e Valentina Abril la figlia), A caccia di lucciole è un bellissimo film perché è vero, sincero e non cerca soluzioni accattivanti.

È commovente, a tratti ironico, mai banale. Mi sarà piaciuto perché sono mamma? No. Perché sono prima di tutto figlia. Da vedere.

 

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Ylenia Politano, giornalista, si occupa da diversi anni di cultura, lifestyle e cinema. Mamma di tre creature e moglie di un attore, tra un asilo, uno scuolabus, una piscina e feste con 20 bambini di età compresa tra 1 e 9 anni, torna al suo primo amore, il cinema. Interviste, recensioni, riflessioni. Grandi maestri e nuovi talenti. Incursioni qua e là. Set, anteprime, backstage. Quando la mamma non c’è…”la mamma è al cinema!”