Roma Film Fest: è Muller mania. Ma per quanto?

IL FESTIVAL DEL FILM REGISTRA BUONI NUMERI ED INCASSI, MA NON DIRADA LE NUBI SUL SUO POTENZIALE INESPRESSO

Finisce Roma, la sua essenza evapora, non intesa come città, ma come edizione. La numero otto, il settimo anno di una kermesse che da Festa si è fatta festa, o FestaVal come la definisce il suo attuale Direttore Artistico, Marco Muller. Passano gli anni le cose non cambiano, una rassegna di cinema di alto livello che passa e scorre via non molto osservata, se non da quella stampa web che viene sempre considerata ai margini dell’interesse nazionale, noi compresi: paradossi della vita.

Parliamo di assenza di cambiamento, perchè, andando contro i nostri interessi, al di fuori di una prima eclatante annata (dovuta anche a fondi di mirabolante memoria..), i sei anni successivi si sono dimostrati lontani dall’avere un quadro logico e programmatico all’interno degli uffici della Fondazione Cinema per Roma. Dove vogliono andare a parare? Al di là dei numeri in percentile e continua ascesa, stando ai canali ufficiali, ancora non lo sappiamo, lo sapremo mai?

Trattasi questa di una breve riflessione, perchè i fondi, stimati intorno ai 7 milioni di euro, di cui almeno 4 provienienti da sponsor privati, gettano acqua sul fuoco degli sprechi e valorizzano la tesi, ormai conclamata, sul grande valore del prode Muller come timoniere di una grande kermesse internazionale. Ma proprio qui cade l’asino, siamo sicuri sia così in voga e riconosciuta? In un momento in cui festival e micologia fanno quasi rima, poichè ne nascono di continuo sotto le foglie delle film commission, Roma non sembra ancora avere un appeal ufficiale.

Okay, certamente, alcuni escomatage promozionali da concerto mediatico, come Hunger Games quest’anno, portano a credere il contrario, ma chi ha vissuto il Festival, chi veramente è stato per dieci giorni incollato all’auditorium, sorpassando il discorso qualità dei film in gara (che sarebbe un lunghissimo capitolo a parte), pensa alla sua attività, non solo giornatlistica, ma anche di produttore, distributore, esercente, filmaker in erba. La risposta alla domanda sull’effettiva funzionalità di questa manifestazione sconvolge ancora per la sua limpida chiarezza.

Non si crea mercato attorno a questo tipo di promozione del cinema, non si crea forza lavoro, solo una vetrina mediale a sè stante che per quanto bella, ha una data di scadenza, che inizia e si conclude in una settimana e mezza di esposizione climatica a pubblico, sole e pioggia di novembre. L’altra edizione provammo a dare dei suggerimenti su come cambiare le carte in tavolo, naturalmente fu appello lanciato invano, questa volta lasciamo sospesa nell’etere la domanda che aleggia da troppo tempo sulle teste di noi addetti ai lavori. Bello il RomaFF8, ma la sua vera utilità?

Silenzio che perdura. Meditazione in modalità…ohmmmmm!

Sb

 

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