Colpi di fortuna: recensione film

L’ULTIMO VERO CINEPANETTONE TARGATO FILMAURO CON CHRISTIAN DE SICA È UN FLOP TOTALE 

locandina colpi di fortunaGENERE: commedia demenziale

USCITA IN SALA: 19 dicembre 2013

DURATA: 97 minuti

VOTO: 1 su 5

Ci hanno accompagnato per tre decadi, ci hanno fatto ridere di pancia e, con “classe” greve, hanno permesso a generazione dopo generazione di osannare Christian De Sica come il vero istrione brillante di una generazione di italioti, perfetti rappresentanti del nostro lato oscuro, quel personaggio arruffone e truffaldino che tanto ci garba quando prettamente cinematografico.

Oggi, anno del signore 2013, arriva l’ultimo capitolo di questa saga, Colpi di fortuna, il più brutto e insulso delle pellicole a format industriale messe in campo dalla Filmauro di Luigi e Aurelio De Laurentiis, che decidono per chiudere (in totale controtendenza) con un film a episodi di una sciattezza tale che persino i protagonisti si sono presentati imbarazzati in conferenza stampa.

C’è modo e modo di presentare un prodotto che rappresenta l’appuntamento annuo col natale tricolore, ridere e sghignazzare nel vero senso della parola, ai danni di personaggi minori, ambiguità sessuali, gag slapstick più o meno riuscite e via dicendo…ma ciò appartiene al passato. In questo nuovo deludentissimo film nulla funziona, nemmeno il montaggio che assembla tre storie brevi con inizio e fine propri, ma senza un vero e proprio raccordo, ciascuna priva di quell’umorismo tagliente (ad eccezion fatta per qualche sprazzo di Lillo e Greg) presente nei lavori di metà anni duemila.

Nel primo Luca e Paolo (sopravvalutati come personaggi da grande schermo) sono due amici che vincono per caso alla lotteria, mentre si contendono la stessa donna, ma la caccia al biglietto vincente diventerà faticosa, vista la perdita di memoria post sbronza di uno dei due: una notte da sfigati. Nel secondo, il prode Christian, lontano dai suoi ruoli cult come mattatore, insieme al pur bravo Francesco Mandelli, ingaggiano un duello a distanza a suon di iella e contro iella. Nel terzo, Lillo e Greg, autori teatrali di grande comicità, sono due fratelli che si conoscono all’improvviso in età matura, uno pazzoide, l’altro sulla via della pazzia per controllare il consanguineo. Stop.

Non si ride praticamente mai, anzi c’è un remoto senso di fastidio nell’osservare questo lascito in cui personaggi e sceneggiatura rasentano il ridicolo, a tratti superando quel confine tra inutile e dannoso. Ex Cinepanettone quindi, d’ora in poi Cinepolpettone, perchè se visto sotto Natale con il pranzo sullo stomaco crea pesante indigestione almeno fino all’anno nuovo.

Il futuro del format è poco chiaro, considerando che le scene demenziali sono proposte con dosaggio sbagliato, l’ilarità ai minimi storici e gli effetti digitali certo non aiutano a dare dignità ad una commedia brillante mal riuscita. Evitiamo poi il discorso product placement. Una cosa è certa, si tratta di un’uscita di scena amara per un prodotto che ha fatto la storia e adesso è invece giunto al suo definitivo capolinea.

 

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