Colazione da Tiffany torna in sala per San Valentino

PER LA FESTA DEGLI INNAMORATI TORNA IN VERSIONE RESTAURATA LA STORIA D’AMORE CHE HA PER PROTAGONISTA UNA DIVA INDISCUSSA DEL CINEMA

Era il 1961 quando Colazione da Tiffany apparve per la prima volta nelle sale Americane. Quella che doveva essere una storia d’amore come tante è diventata non solo un simbolo ma un evergreen della storia del cinema. Il film, diretto da Blake Edward, è tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote che non rimase affatto contento delle scelte stilistiche, dei tagli e delle modifiche apportate al suo libro nella sceneggiatura del film. Perfino la scelta della protagonista Audrey Hepburn pare non sia stata di suo gradimento, avrebbe preferito una diva dal calibro di Marilyn Monroe per interpretare Holly. A dispetto di tutto il film si rivelò un grande capolavoro che a ben 53 anni di distanza continua ad essere tra i numeri uno di tutti i tempi. Oggi guardando indietro ritroviamo nel personaggio di Holly una tale modernità che sembra essere il frutto di una inspiegabile veggenza a posteriori e quella capacità innata solo delle dive di diventare il simbolo di bellezza e raffinatezza femminile, difficilmente riscontrabile nel contemporaneo.

L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai e la Holly intrepretata dalla Hepburn di eleganza ne aveva davvero molta. La pellicola vinse l’Oscar come miglior colonna sonora e miglior canzone mentre il David di Donatello, come migliore attrice straniera, andò all’interpretazione di Audrey Hepburn. Per quanto la storia differisca, nel finale soprattutto, da quella del libro chiunque ha amato tale opera e non è rimasto deluso dalle incongruenze riscontrate. Tiffany, la gioielleria tanto amata da Holly, resta tutt’ora la miglior amica delle donne che tremano nel ricevere la meravigliosa scatolina azzurra. Colazione da Tiffany non racconta solo una storia, racconta una generazione, una nazione e il suo progresso, una nuova moda e quella consapevolezza femminile di essere diva e donna senza mai cadere nel banale o nel volgare. Rivedere questo film è come rileggere il libro che da bambini ci raccontavano prima di dormire, lo conosciamo a memoria eppure continua a piacerci, a farci divertire, a sentirci protetti. Per la festa degli innamorati non poteva allora mancare nelle sale, per un solo giorno arriva la versione restaurata di Colazione da Tiffany che ricorda ad ognuno che prima poi, qualunque sia la gabbia da noi costruita, dovremo uscire, lasciarci prendere, imparare ad appartenersi senza la paura che ci autoconvince di essere liberi e invece ci intrappola tra sbarre d’oro.

“Vuoi sapere qual è la verità sul tuo conto? Sei una fifona, non hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora, che si deve appartenere a qualcuno, perché questa è la sola maniera di poter essere felici. Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa”.

 

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