La Mamma è al Cinema: mi spiace, Philip

UNA SERATA AL CINEMA DIVENTA UN MOMENTO DI RIFLESSIONE E TRISTEZZA PER LA SCOMPARSA DELL’ATTORE 

È difficile stasera scrivere di un film, un film leggero, ben scritto, così francese. Ero appena uscita dal cinema, dove dopo un paio di settimane di assenza dovute all’impegno con la mia tribù, e mi arriva sul cellulare la notizia della morte di Philip Seymour Hoffman.

Non ho mai avuto al fortuna e il piacere di un’intervista “one to one”, né di parlarci a cena o cose del genere. L’ho visto nei film, e a qualche conferenza stampa. Non aveva certo il phisique du role della star hollywoodiana, eppure quando parlava non riuscivi a staccargli gli occhi di dosso.

Un talento pazzesco, un’energia travolgente, una grande professionalità. Che dire? Il cinema ha perso uno dei suoi più brillanti interpreti. Noi, che il cinema lo amiamo, abbiamo perso l’opportunità di vederlo recitare negli anni in cui sarebbe stato forse ancor più mostruosamente bravo, se possibile. Immaginiamolo a 60 anni, a 70. Cosa ci avrebbe potuto regalare.

Da madre di tre figli penso alla sua compagna e ai suoi bambini, a quanto gli mancherà, a quanto sarà dura per loro, cresciuti, leggere sul web “morto di overdose”. Perché anche noi, ci chiediamo, eri talentuoso, avevi successo, avevi una famiglia…perché? Ma queste cose non si giudicano, chissà quale male oscuro lo ha distrutto. A noi restano i suoi film. Alla sua famiglia un grande vuoto.

Ed ora, eccomi a raccontarvi cosa ho visto oggi al cinema: Tutto sua madre. Avevo già sentito pareri positivi da amici, quindi ero ben predisposta, anche perché ho un debole per le commedie francesi. E che spasso, che delicatezza, che profondità. C’erano il teatro, il cinema, l’amore, la famiglia, la vita.

Ed ora, eccomi a raccontarvi cosa ho visto oggi al cinema: Tutto sua madre. Avevo già sentito pareri positivi da amici, quindi ero ben predisposta, anche perché ho un debole per le commedie francesi. E che spasso, che delicatezza, che profondità. C’erano il teatro, il cinema, l’amore, la famiglia, la vita. Il titolo originale è I ragazzi e Guillaume, a tavola!, non si sa perché trasformato in italiano in Tutto sua madre, che tende solo a richiamare un altro film, ben diverso. Comunque tant’è.

La pellicola è scritta, interpretata e girata da Guillaume Gallienne, attore che ricorda vagamente Dustin Hoffmann, nella fisicità e nel sorriso. E’ la storia di un ragazzo che sale sul palcoscenico per raccontare la sua storia, quella di un figlio che ha un rapporto simbiotico con la madre, donna dalla personalità forte ed estrosa, ma soprattutto di un ragazzo la cui famiglia aveva deciso, al di là di ogni dubbio, che fosse omosessuale. Ma la tematica non si può ridurre ad un outing al contrario, proprio no. Tra queste scene commoventi, leggere, ironiche, passa tutta la storia degli stereotipi, dello scontato, del voler a tutti costi definire qualcosa, perché se non lo definisci, non è controllabile e gestibile.

Se il mio figlio maggiore fosse stato un po’ più grande, negli anni del liceo, ci tornerei con lui. Per fargli vedere che spesso l’abito non fa il monaco, e che giudicare è sempre sbagliato. Ma almeno, ridendo.

 

 

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Ylenia Politano, giornalista, si occupa da diversi anni di cultura, lifestyle e cinema. Mamma di tre creature e moglie di un attore, tra un asilo, uno scuolabus, una piscina e feste con 20 bambini di età compresa tra 1 e 9 anni, torna al suo primo amore, il cinema. Interviste, recensioni, riflessioni. Grandi maestri e nuovi talenti. Incursioni qua e là. Set, anteprime, backstage. Quando la mamma non c’è…”la mamma è al cinema!”