Una Donna per Amica: recensione film

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Una Donna per Amica di Giovanni Veronesi cammina sulla sottile linea dei sentimenti tra uomo e donna, finendo però per restare rarefatto e piatto

GENERE: commedia

DATA DI USCITA: 27 febbraio

DURATA: 88′

VOTO: 2 su 5

Sarà anche vero che gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere ma, per qualche strana legge dell’universo, entrambi si sono ritrovati sul pianeta Terra a condividere, più o meno pacificamente, un’esistenza che da sempre – e qui non c’è legge alcuna – genera attriti e contrasti; si può partire da chi deve portare i pantaloni in casa, proseguendo se sia più giusto fuggire o meno in amore e, ancora, tiene banco l’annosa e centenaria questione se l’amicizia tra un uomo e una donna possa esistere, oppure se crolli nell’inevitabile momento in cui uno dei due salta addosso all’altro, ”rovinando” tutto. Prima di pensare se questo nodo si possa sciogliere, decretando un’effimera risposta, è importante fare un passo indietro e capire se l’età che si possiede rispecchia quella mostrata. Il fulcro della vicenda, infatti, si basa nient’altro che sulla sindrome di Peter Pan e, se non si vuol restare fregati, nonostante tutto, conviene cresce.

Lo sa bene Francesco (Fabio De Luigi), stimato avvocato leccese, che ha come amica per la pelle Claudia (Laetitia Casta), una ragazza francese bella ed esuberante. Loro, unitissimi, condividono spensieratezza e divertimenti, fin quando Claudia incontra Giovanni (Adriano Giannini), innamorandosene e sposandolo frettolosamente. Francesco, inevitabilmente, resta solo e si avvicina ad una sua collega, Lia (Valentina Lodovini). Quando tutto sembra andar per il verso giusto torna Claudia, disperata e abbandonata, complicando, ancora una volta, la vita di Francesco.

Giovanni Veronesi dirige così Una Donna per Amica, una pellicola sentimentale e giocosa, dalle tonalità delicate e dallo stile scanzonato che mescola in essere la fragilità dell’amore, l’insicurezza sentimentale e, soprattutto, percorre la sottile linea che divide il sempre ambiguo rapporto che può stabilirsi tra l’uomo e la donna. Veronesi, – a suo agio quando deve parlare di sentimenti – però, oltre ad alternare tutto questo, non fa svolgere nella trama alcunchè: dall’inizio alla fine c’è un susseguirsi di situazioni stilisticamente garbate ma latentemente piatte, usa e getta, rarefatte e circostanziali.

Una Donna per Amica vuol analizzare, divertendo, i motivi che spingono un uomo a scegliere la superficialità – e in questo caso anche il masochismo sentimentale – ad una maturazione intima di quella che può essere la sua visione sui rapporti personali e amorosi; dall’altra parte, molto spesso, deve vedersela con una idealizzazione della donna che gli fa smarrire il raziocinio, perdendo, come nel caso della pellicola, le occasioni e le possibilità, molto spesso irripetibili, per inseguire una femminilità che non ha il coraggio di affrontare i cambiamenti, restando sospesa in una dimensione comoda e affittuaria. Quindi non basta sottolineare le intenzioni, alcune volte è giusto agire, parlare e, se ce n’è bisogno, rincorrere; cosa che il film non fa, restando immobile, trasportato dagli eventi che non potevano andare altrimenti e, come se non bastasse, provandoci nel momento sbagliato, quando ormai è troppo tardi. In tutti i sensi.

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