The special need: recensione film

THE SPECIAL NEED, IL CORAGGIOSO VIAGGIO DI TRE AMICI UN’ENEIDE CHE PORTA ALL’INALIENABILE DIRITTO ALL’AMORE

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“Io ed Enea ci conosciamo da quando abbiamo quindici anni. Abbiamo deciso di fare questo documentario quattro anni fa, in piedi davanti alla fermata dell’autobus 11 a Udine. Quel giorno gli ho chiesto se aveva la ragazza: io ne avevo conosciute molte, perché lui no? Nel 2012, quando sono iniziate le riprese, non sapevamo dove sarebbe arrivata la nostra storia, quale sarebbe stata la strada. Ogni giorno Enea cambiava traiettoria e io dovevo seguirlo, accettando che fosse lui a guidarmi…”, così il cineasta Carlo Zoratti parla della genesi della sua opera prima The special need, un viaggio on the road di tre amici – lo stesso Carlo, Alex e il già citato Enea – che parte da Udine per poi toccare l’Austria e la Germania.

Tutto sembra semplice, a vederla così, ma The special need è un documentario – come il titolo stesso sottolinea – speciale ma anche coraggioso: Enea è un ragazzo autistico che sente il bisogno naturale e fisiologico di scoprire la propria sessualità e Carlo e Alex, da degni compagni di avventure quali sono, lo scortano in un viaggio che porterà il protagonista a rendere viva una parte di sé, della sua persona, che in in ogni altro essere umano è considerata ovvia ma che in persone affette da autismo è vista come tabù.

Una vecchia Volkswagen guidata proprio da Zoratti è il mezzo con il quale i tre ragazzi attraverseranno un pezzetto di Europa ma anche il luogo in cui, tramite dialoghi non scritti e per questo veri e sempre funzionali al di là di ogni retorica, Carlo e Alex scoprirannouna versione dell’amore, del sesso e della vita stessa totalmente nuova e inedita, filtrata da quello splendido mondo che il loro amico Enea ha dentro e che da in prestito, per qualche decina di minuti, ai suoi compagni di viaggio e allo spettatore.

Non mancano nel documentario estetismi eccessivi e, a volte, fuori luogo eppure The special need non perde mai quell’aurea di sincerità e di dolcezza che rende il lungometraggio un’opera emozionante che riesce perfettamente nel suo intento di avvicinare alla realtà dell’autismo e di denunciare, senza mai alzare la voce, l’inutilità delle gabbie, a volte anche d’oro ma sempre limitanti come prigioni, nelle quali le persone affette da tale morbo sono rinchiuse loro malgrado.

The Special Need è un’Eneide sui generis dove il suo protagonista diventa simbolo di una liberazione, e il suo viaggio un lungo respiro alla fine del quale c’è il suo inalienabile alienato diritto all’amore.

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