La Mamma è al Cinema: Locke, un viaggio da fare

UN FILM ASSOLUTAMENTE DA VEDERE CHE RIMANE COME ESPERIENZA CINEMATOGRAFICA DI RILIEVO: CONSIGLIATISSIMO

Questa non è una recensione, per un paio di altri motivi che vado a spiegare. Locke (scritto e diretto da Steven Knight, con protagonista Tom Hardy. La pellicola è stata presentata fuori concorso alla 70ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia) è un film che tiene inchiodato alla poltrona per 95 minuti, e ti lascia inchiodato a molte domande almeno per una notte intera. E lo fa senza effetti speciali, senza scenografia, con un volto solo, più voci, ed una strada che si snoda sotto le ruote di un suv in una notte uggiosa, in Inghilterra. 179491776AS00048_Locke_Prem

Questo è cinema. Questa è la magia. E’ sedersi al cinema dopo una giornata impegnativa, veloce, che magari sei anche stanca, sei arrivata trafelata e di corsa per non perdere l’inizio del film, hai subito 20minuti abbondanti di pubblicità, e quando inizia? Dopo due minuti netti sei in macchina con lui, Ivan Locke, nascosta sotto un sedile o nel vano porta oggetti per non disturbarlo. Ma sei con lui, con te stesso, con il senso della vita.

Perché Ivan Locke è uno, nessuno e centomila. E’ quello che ti può accadere tuo malgrado, è la vita che prende certe pieghe e poi ti chiede di raddrizzarle, e ti lascia la libertà di farlo, o di fuggire. Come il libero arbitrio. Il dubbio, la forza, la determinazione, la debolezza di un paio di ore e il coraggio di una svolta. Ci sono il peso di traumi irrisolti, il desiderio di leggerezza e libertà, il senso della responsabilità e la voglia di riscatto. Ci sono la solitudine, l’affollamento affettivo, le differenze tra generi, le prospettive che cambiano, su un’autostrada sempre dritta.

Ci sono una sceneggiatura senza sbavature, una regia scarna e non invadente, ed un signor attore che ti fa salire sulla sua macchina e ti fa fare il suo viaggio. E se il cinema di grande spettacolo, quello che ci diverte, quello da botteghino e campione di incassi ci piace e non lo snobbiamo affatto, si deve pur dire che il cinema che racconta una storia in questo modo, scritto e diretto così, è quello che ci spinge ad uscire di casa seppur esausti, comprare un biglietto, vivere un’esperienza, crescere.

Senza alimentare la polemica di questi giorni sui social del regista Gabriele Muccino vs doppiaggio, Locke, come tutti i film del resto, ma questo ancor di più, va visto assolutamente in lingua originale.

 

 

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Ylenia Politano, giornalista, si occupa da diversi anni di cultura, lifestyle e cinema. Mamma di tre creature e moglie di un attore, tra un asilo, uno scuolabus, una piscina e feste con 20 bambini di età compresa tra 1 e 9 anni, torna al suo primo amore, il cinema. Interviste, recensioni, riflessioni. Grandi maestri e nuovi talenti. Incursioni qua e là. Set, anteprime, backstage. Quando la mamma non c’è…”la mamma è al cinema!”