Ruoli cult: Bruce Willis è John McClane

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IL MONDO LO SALVANO GLI EROI DI TUTTI I GIORNI, QUELLI CHE VORREBBERO PASSARE IL NATALE IN FAMIGLIA MA CHE SI RITROVANO IN UNA “TRAPPOLA DI CRISTALLO”. QUELLI ALLA JOHN MCCLANE, INSOMMA

Die Hard – Trappola di cristallo è uno di quei film che hanno segnato generazioni. Diretto da John McTiernann, il regista elabora uno, se non il migliore, film action degli anni ’80, insieme al sempre suo Predator, che è film d’azione puro ed adrenalico prima ancora di essere fantascienza. Trappola di cristallo, vero e proprio cult del genere e non solo, vede come protagonista un Bruce Willis dai capelli neanche troppo sparuti. L’attore americano interpreta quello che inesorabilmente è rimasto uno dei ruoli più importanti della sua carriera: McClane, John McClane.

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Testardo, rozzo, sporco, strafottente, volgare, sudato, vendicativo, brillante ed allo stesso tempo istintivo, John McClane è l’uomo giusto nel posto giusto al momento giusto. Non cerca i guai, sono i guai che cercano lui. Egli è l’ultimo cowboy in una America senza Frontiera, un cavaliere senza macchia e senza paura.

O meglio, le macchie sulla logora canottiera le avrebbe ma sono dovute ad un altro tipo di sporcizia, il sangue dei nemici. Bruce Willis interpreta così un personaggio immortale, un poliziotto dalla battuta sempre pronta che vorrebbe passare le vacanze natalizie con la sua famiglia e che invece, a causa degli eventi, combatte un gruppo di criminali della Germania Federale. Il film va collocato nella fase conclusiva delle rivalità Est-Ovest, e l’avere dei terroristi come cattivi non è un caso.

L’ambientazione, quella di un grattacielo, una vera e propria trappola di cristallo, rende la pellicola a dir poco claustrofobica; John McClane, anti-eroe “duro a morire”, affronterà, nei modi più politicamente scorretti possibili, dei cattivi con la C maiuscola, dei criminali attenti più al vil danaro che alle teorie rivoluzionarie. Non solo muscoli, non solo forza, non solo pallottole ed esplosioni, ma anche un linguaggio sopra le righe che infastidisce sia il nemico che l’alleato.

Sono passati più di venti anni, eppure il personaggio interpretato da Bruce Willis, un “John Wayne” versione anni ’80 armato di Beretta, vive ancora. Una figura che torna in altri quattro capitoli nei quali il nostro personaggio fa addirittura carriera. La saga oggi è ferma al quinto capitolo, perdendo il mordente iniziale e la sua reale essenza è andata via via scemando ma, guardando dietro, è innegabile come i primi tre film siano colonne portanti del genere action e molto è dovuto alle capacità di Bruce Willis di vestire i panni di un eroe semplice e indimenticabile.

 

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