Ruoli cult: Audrey Tautou è Amelie

AMELIE LA SOGNATRICE DAL CASCHETTO MORO CHE HA FATTO INNAMORARE E COMMUOVERE GENERAZIONI DI SPETTATORI

Quale donna almeno una volta nella vita non si è sentita Amelie. L’Amelie dei piccoli piaceri , che rompe la crosta della creme brulée con la punta del cucchiaio, l’Amelie a cui piace tuffare la mano in un sacco di legumi e far rimbalzare i sassi sul canale Saint Martin. Quell’incantevole e dolce sognatrice che qualche mattina vediamo riflessa nel nostro specchio, con un elegante e sobrio vestito rosso, quella donna che ha paura di amare e vorrebbe essere trovata, forse in un letto disfatto, forse stretta in un abbraccio di piuma per il terrore di rompersi le ossa di vetro.

Amelie-

Il favoloso mondo di Amelie, film diretto dal regista Jean- Pierre Jeunet, uscì nel 2001 arrivando nelle sale italiane un anno dopo. Il personaggio di Amelie inizialmente doveva essere interpretato da un’attrice inglese, la prima idea del regista fu proprio Emily Watson ma dati i problemi nel recitare in francese la scelta si rivelò non adatta. Dopo un provino andato a buon fine fu la giovane Audrey Tautou ad essere scelta come protagonista della pellicola, rivelandosi il volto adatto che negli anni ha creato il mito di Amelie.

Il favolo mondo di Amelie racconta la storia di una ventenne fuori dagli schemi, lavora come cameriera a Montmatre e un giorno si renderà conto di avere una missione da portare a termine. Aiutare gli altri è il compito di Amelie e lo capisce dopo aver trovato nel suo appartamento un scatolina apparentemente piena di cianfrusaglie. Ma poi alla fine sarà lei che dovrà aiutarsi e rendersi felice, perché la vita la prende alle spalle e il sogno diventa reale. Si innamora e questo amore cambierà tutto.

Con il suo caschetto moro Amelie è diventata una dei simboli degli anni 2000, non solo in fatto di stile, così dal sapore francese, ma per quella capacità puerile e ingenua che ha smosso l’anima degli spettatori. Forse una storia un po’ bizzarra questa raccontata, ci sono nani da giardino, pittori strampalati, malati immaginari e ossa leggere come cristallo.

Ma poi c’è l’amore, la paure, la vita che entra in tutte le fessure di questa pazza storia. Forse davvero la vita è come quella creme brulée, a volte basta solo romperne la crosta per essere felici.

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